Video virale tra municipale e skaters a Palermo: la ragione sta nel mezzo

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Stanno girando in queste ore sui social, tra i più giovani, foto e video con la scritta “questo è abuso di potere”.

Nel video ci sono poliziotto della Polizia Municipale e un fotografo freelance palermitano, nel tardo pomeriggio di ieri, in pieno centro di Palermo.

Il fotografo cerca di liberarsi dal braccio del poliziotto che trattiene il suo zaino.

Mentre uno chiede le generalità, l’altro chiede di essere lasciato e le motivazioni di tale trattenuta.

Frame del video virale sui social

Dei ragazzini, i pochi rimasti di un gruppo di skater, riprendono la scena di cui i pochi secondi di girato ora popolano i social.

Il mondo degli skaters senza fissa dimora

Siamo in via Rosolino Pilo, sono quasi le 19.

I locali sono ancora aperti, i bar possono fare solo asporto e le persone passano dalla strada per andare o tornare da un’affollatissima via Ruggero Settimo.

Ci sono degli skater, come sempre, un quindici/venti ragazzini che stanno tra panchine e marciapiedi, si allenano, saltano e si sfidano tra loro.

C’è chi avvita meglio il truck, chi sistema il grip, chi filma e chi fotografa.

Hanno trovato una strada piccola, poco trafficata dalle auto (in realtà una zona pedonale ma in cui le auto passano comunque, ndr), dove possono stare tranquilli.

Da qualche sera però, qualcuno chiama la polizia, probabilmente per il rumore o per “gli assembramenti”.

Le prime volanti della Polizia arrivano qualche giorno prima, sono due e fermano i ragazzini a distanza di qualche minuto l’una dall’altra.

I ragazzi restano a discutere il loro diritto di praticare sport all’aperto anche davanti agli agenti e alle persone che si lamentano di non poter passare tranquillamente dalla strada, senza rischiare di essere travolti da uno skater.

Da una parte la polizia che invita a spostarsi, dall’altra i giovanissimi skater che chiedono una soluzione alla mancanza di spazi sicuri dove potersi allenare.

“Chiedete al Sindaco un posto più consono” rispondono gli agenti. E aprono effettivamente una delle ferite degli skater: non c’è un posto in città, sicuro e ben organizzato per loro, lontano dal traffico e da chi potrebbe rubare i loro effetti personali durante gli allenamenti.

Dopo qualche scambio di battute, vanno tutti via.

I fatti di ieri sera

Ricapita di nuovo ieri, mercoledì 16, stavolta arriva in via Pilo la Polizia Municipale.

Sono sempre una quindicina di ragazzini che non si spostano, si lamentano, reclamano il loro diritto di far sport all’aperto e denunciano la mancanza di spazi sicuri dove usare lo skate.

Tra di loro c’è il fotografo freelance del video dei social.

Dice ai ragazzi di aspettare, ai poliziotti di pensare ad altro, come alle file fuori i negozi o alla gente che staziona nelle strade principali.

La polizia si appella al divieto di stazionamento (in vigore a Palermo dal 12 dicembre, dalle 11 alle 22, ndr), alla mancanza di mascherine, all’assembramento e alla possibilità di far sport in modo individuale, non in gruppo.

I ragazzi si appellano al loro diritto di star fuori, di avere uno spazio dove praticare sport. Parlano di “noia” nello stare in casa.

Ad un certo punto, tra gente che passa, toni che si alzano leggermente, qualcuno dice un qualcosa di troppo: “ma sono minorenni, lasciateli stare”, “tranquilli, ora se ne vanno, questa è la polizia scema“.

Viene sequestrata la pedana dove i ragazzi si allenano, concessa da il negozio di articoli sportivi della via e vengono chieste le generalità dell’unico maggiorenne del gruppo, il fotografo.

Ha nuovamente ribadito che è un diritto dei ragazzi stare lì e che loro dovrebbero occuparsi di altro.

Con la mancata dichiarazione delle generalità, il poliziotto chiede i documenti: fotografo e poliziotto iniziano così la discussione che si vede sui social.

I ragazzini tornano per strada e iniziano a filmare. Qualche passante si ferma a guardare.

Nel giro di qualche minuto, via Pilo si riempie di lampeggianti blu: quattro auto e due motociclette della Polizia Municipale, otto agenti in tutto, la strada bloccata e verbali in atto.

Qualche ragazzino torna a criticare l’operato degli agenti, qualche altro se ne va.

Passa qualche altro minuto di confusione (dove nel frattempo altre auto e moto indisturbate passano da una via pedonale) e poi torna tutto alla normalità.

Nel silenzio più assoluto.

Dove sta la ragione?

In tutti questi mesi, tra dpcm e cambio di rotta, la domanda alla fine di un episodio del genere è: ma chi ha ragione e chi ha torto?

La polizia a cui è stato segnalato il gruppo nei vari giorni o i ragazzi che cercano solo uno spazio dove poter stare insieme?

Quelli che cercano di far rispettare i divieti o i ragazzi che gli chiedono di pensare a via Ruggero Settimo piena e che dichiarano che l’intervento di otto agenti per un gruppo di minorenni è esagerato?

Chi chiede ai ragazzi di stare a casa e di non assembrarsi visto il periodo o i ragazzi che chiedono uno svago dalla noia?

Chi ha torto e chi ha ragione?

Forse nella confusione dei dpcm, nell’euforia delle zone gialle, dal cashback che riempie i negozi e dalla dimenticanza dei morti da marzo ad oggi, dei sacrifici fatti, delle vacanze in arrivo, della zona rossa imminente… la ragione sta solo nel mezzo.