Il Parco archeologico di Segesta si appresta a riaprire presentando il nuovo e monumentale ingresso all’Agorà – la grande piazza – sul lato che conduce verso l’ala Nord-Est della Stoà – rinvenuto durante la campagna di scavi, in corso di realizzazione. L’area era stata scavata già negli anni ’90 del secolo scorso e l’ipotesi che quell’apertura fosse proprio l’ingresso che conduceva dell’Acropoli era stata avanzata; gli scavi in corso oggi hanno suffragato quanto ipotizzato, arricchendolo con nuove importantissime scoperte.
L’ingresso all’Agorà, in prossimità del quale durante gli scavi è emersa anche una significativa epigrafe, potrà essere ammirato grazie a un nuovo percorso pedonale che consentirà di godere della parte più monumentale dell’antica Segesta e dal quale si potrà agevolmente ammirare l’ala Nord-Est della Stoà porticata, un edificio su due piani di eccezionale valore, che è stato rimesso in luce grazie alle ricerche condotte in convenzione con i professori Carmine Ampolo e Cecilia Parra della Scuola Normale Superiore di Pisa.
Molte e importanti le novità che offre il Parco di Segesta, a partire dai rinvenimenti emersi durante gli scavi che sono stati condotti nelle due Acropoli: l’Acropoli Nord con gli edifici pubblici e il teatro e l’Acropoli Sud, riservata alle residenze private, e che si ampliano alla realizzazione di nuove opere che renderanno più interessante e curiosa la visita al sito archeologico.
“Le importanti rivelazioni emerse dagli scavi, le opere realizzate e i nuovi percorsi individuati all’interno del Parco – dice l’assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – ci offrono una entusiasmante rilettura urbanistica della città di Segesta e ci consentono, oggi ancora meglio, di comprendere le dimensioni e le relazioni che si svolgevano all’interno della Città. La campagna di scavi, infatti, oltre ad aver riportato in luce il monumentale ingresso all’Agorà, ha evidenziato nella parte Sud dell’Acropoli una complessa rete che dimostra come questa zona fosse fortemente antropizzata. I lavori di ricerca e le opere realizzate in questi mesi, e che si andranno a definire tra aprile e maggio, sono espressione della vivacità e della passione con cui sta operando la nuova direzione del Parco”.
Abbiamo operato gli scavi sia nella parte Nord che Sud dell’Acropoli. La parte Sud dell’Acropoli – precisa l’archeologa Rossella Giglio, direttrice del Parco di Segesta e degli scavi – nonostante sia un sito di interesse strategico, era stata sempre esclusa dalle visite dei turisti per la difficoltà di accesso dovuta alla fitta vegetazione. Abbiamo realizzato un nuovo percorso pedonale che consentirà ai turisti la visita del cantiere di scavo nella parte dell’abitato ellenistico-romano dove si potrà ammirare la “Casa del Navarca”, una ricca abitazione della fine del III-I sec. a.C., decorata con disegni parietali, mosaici e mensole a forma di prua di nave con il rostro, che ha permesso l’identificazione del proprietario nella figura del navarca Eraclio, amico di Cicerone”.
Tra le novità vi è la ristrutturazione dello “Stazzo”, un piccolo edificio rurale che costituisce il primo punto di accoglienza realizzato all’interno dell’area del Parco di Segesta utilizzando edifici esistenti.
Proprio nei locali dello Stazzo nel mesi di maggio verrà inaugurata la mostra “I volti del sacro nella Segesta elima. Spazi, riti, oggetti”, prima esposizione dei reperti archeologici e dei pannelli esplicativi che narrano la storia del sito, progettata insieme all’Università di Palermo.
Tutto questo mentre proseguono i lavori di restauro al Tempio, seguiti dalla Soprintendenza di Trapani, è in fase di sistemazione la “Casa delle Missioni archeologiche”, sono state realizzate due nuove aree di sosta coperte in prossimità del piazzale Porta di Valle e della fermata degli autobus, nell’area del Teatro ed è in fase di adeguamento un edificio che si trova nel comune di Calatafimi che è stato affidato al Parco di Segesta perché lo utilizzi come deposito del materiale di scavi e laboratorio.