La terza serata comincia con il classico stacchetto di Sanremo, con Amadeus e Fiorello che ricordano la storia del Festival e salutano Pippo Baudo, esclamando “Perchè Sanremo è Sanremo“. Parte così la serata delle cover, con canzoni cult della nostra musica.
I due scherzano sulla lunghezza della puntata già all’inizio: “Mi sono visto in scaletta alle 2.05” dice Fiorello “che devo dire a quell’ora?”. In effetti, 26 cover e 10 ospiti per questa terza puntata, da finire all’alba. Così da giovedì a sabato.
Iniziamo subito con un grande tributo. E’ il 4 marzo, un grande compleanno: quello di Lucio Dalla e lo omaggiano i Negramaro con “4 marzo ’43“. Un grande momento, una scelta giusta. Ed è bello che sia Sangiorgi a ricordare Dalla, con i suoi occhialetti scuri e tondi. I Negramaro sempre super, sempre da voti alti. Un 8 e mezzo per loro. Anche se Amadeus non sa già come va avanti la scaletta, ancor prima di cominciare. “Sono come i mariti, so sempre tutto all’ultimo” e Fiorello va a riprenderselo. E i Negramaro tornano a cantare, stavolta un omaggio a Domenico Modugno ed è tutto “Meraviglioso“.
Iniziano i Big.
Noemi e Neffa con “Prima di andare via“: l’esibizione parte male, Neffa è in ritardo sulla musica, parole totalmente fuori sync rispetto alla melodia. Noemi si riprende…ma raggiunge una sufficienza stentata. 6.
Fulminacci si presenta in duetto con Valerio Lundini, accompagnato da Roy Paci. Convincenti, davvero, con “Penso Positivo“. Testo ben fatto e aggiunte ad hoc. Mappa della grande chiesa che parte da Che Guevara e arriva fino a Madre Teresa veramente indicativa. Per loro un 7 pieno. E anche Jovanotti dal web apprezza.
Francesco Renga e Casadilego (vincitrice dell’ultima edizione di XFactor, ndr) cantano “Una ragione in più“. Canzone bellissima ma i due insieme non convincono più di tanto. Voto 6 e mezzo.
Gli Extraliscio portano un po’ di brio e spensieratezza. Sempre in featuring con Davide Toffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti e, per la sera, con Peter Pichler, l’Ariston si trasforma in una balera . Con il “Medley Rosamunda“, l’orchestra dà il meglio di sé e gli Extraliscio ci fanno venir voglia di ballare, abbracciati e felici. Voto 8.
Fasma duetta con Nesli, autore della canzone presentata, “La fine“, già cover famosa con Tiziano Ferro. I due incappano in un altro problema audio, stavolta non dovuto ad un fuori sync., ma ad un microfono possibilmente spento. Fasma continua a cantare anche se muto, finché Amadeus non chiede di intervenire al comparto tecnico e i due ricominciano. I due vanno bene, se non fosse per l’auto-tune di Fasma. Per loro 6 +.
Bugo riporta sul palco i Pinguini Tattici Nucleari, e ci sentiamo ancora una volta tutti Ringo Star. La canzone è un classico della musica italiana “Un’Avventura” di Battisti. La carica c’è, anche se Bugo è un po’ rigido. Chiediamo scusa a Lucio Battisti per la serata… i Pinguini comunque provano a divertirsi come sempre. Voto 7-.
Francesca Michielin e Fedez portano un medley delle grandi canzoni d’amore italiane: “E allora… felicità“. Fede è più sciolto e sembra divertirsi, addirittura fa un salto sul palco che il web lo trasforma subito a meme. Il medley è orecchiabile e molto cantabile. Voto 7 e mezzo. Francesca, ricevuti i fiori di Sanremo come da tradizione, passa i fiori a Federico “una sera l’uno”. Brava Fra, un po’ per uno!
Fedez poco prima di salire sul palco lancia attraverso i suoi social la campagna “I diritti sono uno spettacolo“, con il simbolo “play”. Perché da un anno sono fermi gli eventi e nessuno se ne preoccupa. Lui insieme ad altri decidono di portare stasera la spilla/mini tatoo. Lo appoggiano Roy Paci, Casadilego e Renga tra altri.
Anche per le cover, per via del protocollo Covid, Irama concorre con la registrazione della sua prova generale. Porta “Cyrano” di Francesco Guccini, per la prima volta in gara come cover del Festival. Con tanto di voce inedita di Guccini. Irama convince e tanto. Pezzo magnifico, cover spettacolare. Voto 8 e mezzo.
I Maneskin cantano “Amandoti” con Manuel Agnelli. Stile piratesco, super rock. L’unione è perfetta, Agnelli è stato mentore dei ragazzi durante la loro avventura a XFactor e si vede. C’è confidenza, c’è elettricità, c’è una grande esibizione. E Agnelli si becca anche i fiori da parte dei ragazzi. Voto 8 e mezzo.
Random, per un’esibizione tutta campana, porta a Sanremo “Ragazzo Fortunato” di Jovanotti con i The Kolors. Ma non convince. Per niente. Sembra una serata karaoke mal riuscita. Voto 5 e mezzo.
Willie Peyote si presenta con “Giudizi Universali” di e con Samuele Bersani. Bersani da brividi. Sempre. Come sempre. Peyote va bene. Voto 7. Ma i brividi ci sono, perché la canzone non smette mai di piacere.
Momento pausa dalla gara: Amadeus per la serata affronta il problema dei teatri vuoti, di cinema chiusi, di cultura ferma. C’è bisogno di ripartire, di far lavorare le maestranze, con i dovuti protocolli. Ospite: Antonella Ferrari, attrice con vent’anni di esperienza e malata di SLA. Un monologo toccante sull’importanza di non vergognarsi delle proprie malattie ma soprattutto sulla nostalgia di un attore che non si può mostrare al suo pubblico. Altra ospite, una tra le grandi, Valeria Fabrizi. Unica nel suo genere, famosa oggi per essere Suor Costanza in “Che Dio ci aiuti“, l’attrice racconta dei Festival del passato, anche quelli a cui ha partecipato il marito, Tata Giacobetti (del Quartetto Certa, ndr). Momento cultura: voto 8.
Orietta Berti canta “Io che amo solo te” con Le Deva. Orietta è a suo agio, sta sul palco come se fosse casa sua. La canzone è sempre spettacolare. Voto 8-.
Siparietto con Ibrahimovic, rientrato da Milano: simpatico. Continua a comportarsi da Direttore Artistico e racconta la sua avventura per ritornare a Sanremo. Per un incidente era rimasto bloccato a 60 km da Sanremo, ha chiesto passaggio ad un motociclista che doveva andare a Livorno. “Per fortuna era Milanista” scherza Ibra. 60 km in moto, in autostrada, con Zlatan Ibrahimovic.
Gio Evan, con il suo ormai solito stile da spiaggia, porta a Sanremo “Gli Anni” di Max Pezzali con i cantanti di The Voice Senior. Max si è probabilmente offeso. Voto 6-.
Ghemon con I Neri per Caso fa cantare il pubblico a casa, con un medley di grandi classici: “L’essere infinito (LEI)“. Si canta e tanto. E forse vogliamo di nuovo un Sanremo con loro. Voto 7 e mezzo.
Fiorello irrompe sul palco, la gara procede (per fortuna) spedita e si sente messo da parte. “Non ero previsto, meno male che non c’erano le guardie del Covid. Sto girando come un criceto per il teatro, aspettando che tu mi chiami”. In effetti Fiorello è stato ripreso seduto in platea, con mascherina indossata, a guardare le esibizioni, tra le poltrone vuote. Il siparietto di Ciuri offeso, si conclude con Amadeus che taglia i baffi di Fiorello perché non vuole più “assomigliare a D’Alema”. E si infiamma il labbro superiore dello showman.
Quota sportiva della serata, insieme ad Ibra, Siniša Mihajlović, che racconta la sua amicizia con Ibra e della sua malattia. Vediamo due campioni a confronto e la loro umanità… bello. E ovviamente, sul palco dell’Ariston, i due duettano. Zlatan e Siniša Mihajlović che cantano a Sanremo con Fiorello e Amadeus, “gli Abbadeus” con “Vagabondo“. Sembra non abbiano provato prima di quel momento. Ma fanno simpatia.
Per la serata Ibra si prende un bell’8 perché tiene meglio il palco, scherza, ride, anche tanto. E autografa la maglia, dopo qualche palleggio, per Donato Grande, calciatore di Powerchair Football, il calcio in carrozzina.
Un 8 pieno anche per La Rappresentante di Lista che duetta con Donatella Rettore in “Splendido Splendente“. Magico. Magici. E Donatella sempre incredibile. Ma dove si firma per arrivare a quell’età così? O come la Bertè?
Canzone splendida splendente davvero è quella che porta Arisa in gara, accompagnata da Michele Bravi, “Quando” di Pino Daniele. Forse discutibile il look e la rosa che sembrano trafiggersi entrambi tra le mani, ma bella l’esibizione. E bella Arisa, anche lei, che dà i fiori a Michele. Voto 7 e mezzo.
Achille Lauro viene introdotto da un monologo perfetto recitato da Monica Guerritore, su Penelope, prima di duettare con Emma Marrone. Anche stavolta un quadro meraviglioso. Voto 8. “Il pregiudizio è una prigione. Il giudizio è una condanna. Dio benedica gli incompresi”.
Madame introduce la sua “Prisenscolinensinainciusol” con un piccolo sketch, vestita da professoressa, in mezzo a studenti con i banchi a rotelle, e poi parte, con la sua solita dinamicità. Si diverte, balla ed è felice. Voto 7 e mezzo.
Annalisa si prende anche lei un bel 7 e mezzo perché è brava e convince, insieme Federico Poggipollini ne “La musica è finita“.
Lo Stato Sociale canta “Non è per sempre” degli Afterhours, scritta da Manuel Agnelli. La canzone è bella di per sé. Ma il bello viene dopo. Ed è da brividi. Lo Stato Sociale, con gli attori (e rappresentanti della categoria) Francesco Pannofino ed Emanuela Fanelli, nominano teatri, locali, cinema di Italia, chiusi da febbraio/marzo 2020 e mai riaperti, eventi sospesi e mai ripartiti. Ricordano le maestranze dello spettacolo ferme da più da un anno, con tante domande e senza risposte. Fiori in mano come a celebrare una commemorazione. “Non sappiamo quando riapriranno… ma non è per sempre“. Speriamo. Voto 8. Perché l’arte non può essere stoppata per sempre e il palco dell’Ariston è un grande mezzo di comunicazione.
Gaia duetta con Louis And The Yakuza. E portano sul palco un mostro sacro di Sanremo, “Mi sono innamorato di te” in doppia versione: italiano e francese. La canzone è meravigliosa, l’anima di Tenco resta sempre su quel palco ma l’esibizione non è un granché. 6 e mezzo.
Colapesce e DiMartino invece cantano “Povera Patria” di Franco Battiato. Anche loro con la voce inedita dell’autore. E anche loro, come Fedez, mostrano sulla mano il segno dei diritti dello spettacolo. “Da non mettere in pausa”. Ma l’esibizione è comunque un 7 –.
Un 7, soprattutto per la scelta della canzone, ai Coma_Cose con “Il mio canto libero“. Sono accompagnati da Alberto Radius e Mamacas. Esibizione buona, ma niente di che. Sempre povero Lucio.
Malika Ayane, senza compagno come qualche altro, interpreta “Insieme a te non ci sto più” di Caterina Caselli. Interpretazione buona, ma non da “brividi”. Voto 7+.
Un 7 stentato anche per Max Gazzè con Daniele Silvestri e la MMB (band eccezionale sicuramente), che portano “Del mondo“. E anche per Aiello che sceglie “Gianna” di Rino Gaetano, potrebbe essere una festa… e un forse un po’ lo è, ma lui balla ammiccante alla telecamera e c’è confusione tra il pubblico femminile che si scorda di “Gianna“.
The last but not the least, Ermal Meta. Siamo alla fine, e alla fine c’è sempre il meglio. Il cantante si fa accompagnare dalla Napoli Mandolin Orchestra per “Caruso“, un altro omaggio per il compleanno di Dalla. E convince, tanto. Soprattutto l’orchestra che giudica per la serata.
Come sempre, stavolta non è stata la demoscopica, ci sono stati dei sconvolgimenti nella classifica. I maestri dell’Orchestra di Sanremo hanno dato i loro giudizi sulle cover (più o meno giusti). Ermal Meta si aggiudica anche per la terza sera il primo posto. Voto per la giuria/orchestra: 6 e mezzo.
La co-conduttrice di questa terza serata: la super top model, in questi giorni impegnata nella Fashion Week di Parigi, Vittoria Ceretti si prende invece un 7 pieno. Ventidue anni, bellissima e statuaria, che calca passerelle del mondo ma si emoziona sul palco, tanto da fare il suo primo annuncio con la voce tremante. Poi si scioglie e va bene. Niente di più, niente di meno.
Voto generale puntata e coppia Ciuri/Ama: 7. Finalmente Sanremo torna a suonare.
Share e ascolti terza puntata: 10 milioni di spettatori e 42,4% di share nella prima parte, con un 50,2% nella seconda. Resta intoccabile il record della scorsa edizione, con il 53,6% nella prima parte e 57,2% nella seconda.