È da pochi giorni uscito “Sabbia nel deserto”, il nuovo singolo del gruppo siciliano “Larizon”. Il brano è una prosecuzione del processo di rinnovamento della band formata nel 2015 da Riccardo Manieri, che ai nostri microfoni ha spiegato origini ed evoluzioni del suo progetto. «Siamo un duo electropop-rock nato da una mia idea e di mia moglie, Laura Brucato, una band elettronica a cui piace miscelarsi con il cantautorato italiano. Nei primi due album tuttavia ci siamo presentati più come electro-core, con un sound più aggressivo e i testi in lingua inglese. Poi con il tempo ci siamo accorti che quel tipo di musica non rispecchiava più ciò che realmente volevamo fare, ovvero principalmente portare un sound anglosassone all’interno della musica italiana.
Per questo lo scorso anno abbiamo pubblicato un album dal titolo “nuova era” – prosegue Manieri – che ha dato la svolta alla nostra musica. Da qui i brani “Specchio” e “Occhi”, quest’ultimo dedicato a nostra figlia. Da circa una settimana, invece, abbiamo lanciato il nuovo singolo, che nasce come un incitamento ad essere poco superficiali, tenere strette le persone a cui si vuole bene per evitare che si perdano proprio come granelli di sabbia. Il brano è un’anteprima del nuovo album, che rispetto ai precedenti sarà ancora più introspettivo, con canzoni particolari e un po’ più “calme” rispetto a quelle che abbiamo prodotto finora».
LARIZON, SABBIA NEL DESERTO: IL VIDEOCLIP
«Nel videoclip di “Sabbia nel deserto” abbiamo avuto la fortuna di collaborare con un meraviglioso artista del calibro di Alex Vecchietti: la sua idea si è unita alla nostra ed è venuta fuori la canzone che ora potete ascoltare – aggiunge il cantautore del gruppo “Larizon” -. Anche negli altri brani del nuovo album ci saranno delle collaborazioni che sveleremo più avanti. In questi giorni, intanto, faremo uscire una versione live del singolo, e più avanti inizieremo a lavorare ad un altro videoclip. Invitiamo chi ci segue a proseguire a farlo perché abbiamo tante cose in ballo per il prossimo futuro”.