Si è svolta oggi a Palermo, in occasione della conferenza stampa a Palazzo d’Orleans, la firma del protocollo d’Intesa tra il ministero dell’Interno e la Regione Siciliana per favorire la tutela, la conservazione e il restauro del patrimonio culturale presente in Sicilia di proprietà del Fondo edifici di culto.
Il protocollo è stato sottoscritto dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese che prima di recarsi a Palazzo d’Orleans, ha anche partecipato in prefettura al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica a cui hanno preso parte il capo di Gabinetto del Viminale, Bruno Frattasi, il capo della Polizia, Lamberto Giannini, il capo del dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione Michele di Bari.
A Palazzo d’Orleans , insieme al ministro, il governatore Nello Musumeci alla presenza del prefetto Michele Di Bari, a capo del dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione al Viminale, che ha curato il documento e degli assessori regionali all’Istruzione e formazione professionale, Roberto Lagalla, e dei Beni culturali e dell’identità siciliana, Alberto Samonà.
“L’importanza di preservare i beni ecclesiastici è un nostro dovere oltre che diritto – ha detto il governatore– In Sicilia il restauro riguarderà “alcune centinaia di edifici di culto, bisognosi di interventi di recupero di cui, attualmente, sono già 140 i progetti esecutivi in arrivo – ha aggiunto -. Andremo avanti per mettere in sicurezza spesso monumenti risalenti al Seicento e Settecento e poi provvederemo alla loro valorizzazione. È un processo graduale di tutela, salvaguardia e valorizzazione che sarà di attrattiva al settore turistico”.
“Questo protocollo serve a stabilire chi fa cosa in modo da fare delle precise attribuzioni di compiti e responsabilità. Il patrimonio ecclesiastico è un valore imprescindibile e, finalmente, siamo in grado di tutelarlo in modo da amplificare l’appeal anche dal punto di vista turistico del territorio siciliano – ha detto il ministro- nel Pnrr, infatti, sono previsti 500 milioni di euro per il restauro delle chiese. Si tratta di un patrimonio che ha una ricaduta anche sul turismo di cui la cultura è elemento fondamentale”.
In base all’intesa, saranno le nove Soprintendenze per i Beni culturali siciliane a redigere le schede progettuali degli interventi da realizzare sui singoli luoghi di culto, predisporre le previsioni di spesa e, infine, affidare la progettazione esecutiva e attuare tutta la fase di esecuzione delle opere. Il Ministero assicurerà il raccordo tra il Dipartimento ministeriale per le Libertà civili e l’immigrazione e le Soprintendenze regionali e farà inserire nel piano annuale del Fec gli interventi di restauro conservativo da attuare, tenendo conto delle risorse del Pnrr. Regione e Ministero, inoltre, si impegnano a collaborare per la catalogazione dei beni culturali e la conservazione e gestione della documentazione storica di proprietà del Fec. Per l’attuazione del protocollo verrà istituito un gruppo di lavoro ad hoc, del quale faranno parte funzionari regionali e ministeriali delle strutture coinvolte.