Pavignano e Magalli ricordano Massimo Troisi

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Massimo Troisi avrebbe compiuto 70 anni il 19 di febbraio. L’attore partenopeo continua a vivere nel cuore e nella mente del pubblico napoletano, e non solo. Un talento ed un genio assoluto del cinema italiano, che il Premio Penisola Sorrentina ha celebrato nel corso delle recenti edizioni, in attesa della ricorrenza del 19 febbraio, coinvolgendo personalità a lui molto vicine.

Tra queste Anna Pavignano, compagna di vita ed autrice di tantissimi suoi film, e Giancarlo Magalli, autore televisivo e conduttore, che lo scoprì quando si era costituito il trio de “I saraceni”.

“Massimo è entrato nell’immaginario collettivo”, esordisce Anna Pavignano, che ha ricevuto il Premio Penisola Sorrentina nel 2022, in anteprima assoluta, per il lavoro scritto insieme con Mario Martone, “Laggiù qualcuno mi ama”, presentato alla Berlinale e nelle sale dal 23 febbraio prossimo.

“Troisi è un punto di riferimento”, dichiara la scrittrice. “La mia opera dedicata a lui è andata scivolando attraverso il tempo. Dopo dieci anni ho scritto un libro in cui si immagina che egli sia ancora vivo; che abbia vissuto l’età adulta e la vecchiaia. Il libro si intitola: “Da domani mi alzo tardi” e ci sono molto affezionata”, ha spiegato la sceneggiatrice nel corso della cerimonia dell’importante riconoscimento nazionale, presieduto da Mario Esposito ed organizzato con il sostegno della Campania Film Commission.

È importante ricordare di Massimo non solo gli aneddoti della vita artistica, ma il prezioso lavoro cinematografico”, avverte la Pavignano. “A lui è dedicato il docufilm: “Laggiù qualcuno mi ama”, cui ho collaborato insieme con Mario Martone alla sceneggiatura”.

Su sorridenti episodi di vita condivisa si sofferma, invece, Giancarlo Magalli, tornato sotto i riflettori dopo un periodo difficilissimo per motivi di salute e che da sempre è legato al Premio Penisola Sorrentina, prodotto dall’Amministrazione comunale di Sorrento, diretta da Massimo Coppola.

Lo storico conduttore ed autore di programmi di successo ricorda infatti come nacque la scoperta ed il sodalizio con Troisi.

“Quando preparavo No stop – spiega Magallia me dissero che a San Giorgio a Cremano c’erano tre bravissimi attori. Si chiamavano i Saraceni. Poi il nome sembrava troppo meridionale e divennero La Smorfia: erano Massimo Troisi, Lello Arena ed Enzo De Caro”.  

“Erano fantastici. E spesso hanno rischiato grosso”, afferma Magalli. “Ricordo ancora che per lo sketch Annunciazione furono denunciati e poi assolti per vilipendio alla religione di Stato”.

Diversi furono i momenti esilaranti condivisi. “Spesso andavamo  in giro in una macchina rossa, una R4”, ricorda Magalli. “Di notte per Torino quella macchina era fortemente sospetta. Eravamo nel periodo delle BR e infatti ci fermavano spesso ai posti di blocco. Una volta loro non avevano i documenti ed io consegnai al poliziotto, che ci aveva fermato, la mia patente garantendo per loro. Allora Massimo, con calma, mostrò il pass della Rai dicendo che erano attori e che stavano lavorando alla Rai. L’agente guardò il pass è disse: “ho capito signor La Smorfia, ma questo non è un documento“.

La dedica speciale del Premio Penisola Sorrentina per i 70 anni di Massimo Troisi si chiude con queste parole affettuose di Giancarlo Magalli.

“Massimo Troisi era speciale. Riusciva a commuoverti facendoti ridere. Una sera eravamo a cena con i filippini che ci servivano ed io dissi a Massimo: “chi ce l’avrebbe detto che avremmo mangiato serviti dai camerieri filippini”. E Massimo replicò: “No Giancarlo, chi ce l’avrebbe detto che avremmo mangiato”.