Palermo, reati tributari e bancarotta: eseguite 5 misure cautelari personali. Sequestri per oltre 4,4 milioni di euro

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Su delega della locale Procura della Repubblica, i finanzieri del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale del capoluogo nei confronti di 5 soggetti, di cui uno destinatario di custodia cautelare in carcere a vario titolo indagati per associazione a delinquere, emissione e utilizzo di fatture false, omesso versamento di ritenute, indebita compensazione di crediti fiscali inesistenti e bancarotta fraudolenta.

Con il provvedimento il G.I.P. ha disposto il sequestro preventivo di somme di denaro per complessivi 4.428.929 euro corrispondente all’ammontare dell’evasione di imposta accertata. Le indagini condotte dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Palermo – Primo Gruppo Tutela Entrate, attraverso verifiche fiscali, intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno permesso di disvelare un complesso meccanismo fraudolento articolato sulla creazione di una serie di società di comodo asservite a un gruppo imprenditoriale palermitano operante nel settore del trasporto merci.

La finalità del meccanismo fraudolento era quella di abbattere illecitamente il reddito imponibile attraverso la contabilizzazione di costi fittizi, concentrando inoltre sulle società cartiere tutti gli obblighi contributivi, previdenziali e assistenziali gravanti sul datore di lavoro. La gestione dei lavoratori era, infatti, caratterizzata da frenetici passaggi da una società all’altra, mascherati da dimissioni volontarie ma sostanzialmente imposti dagli indagati. Lo schema illecito determinava il mancato assolvimento dei rilevanti obblighi fiscali in materia di I.V.A. e I.Re.S., ma anche l’omesso versamento dei contributi assistenziali e previdenziali spettanti ai lavoratori. Inoltre, il sistematico inadempimento dei debiti impositivi cagionava il dissesto finanziario di una delle principali società coinvolte nel sistema di frode, dichiarata fallita dal Tribunale di Palermo in data 29.04.2021, che aveva accumulato un’esposizione verso l’Erario per oltre 22 milioni di euro.