“Dopo mesi di incertezze sui dati, sull’andamento dell’epidemia e sullo stato di pressione subita dal sistema ospedaliero e dai suoi operatori, a Palermo si registra purtroppo e viene adesso comunicata una situazione estremamente preoccupante di aumento continuo di nuovi contagiati certificata dalle relazioni fornite in queste ore dal Commissario per l’emergenza e dal Capo Dipartimento Regionale Prevenzione e che determina la necessità della zona rossa”. Lo scrive in una nota il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando.
“Nell’auspicio che tutti comprendano veramente e finalmente la gravità della ormai evidente incertezza e contraddittorietà di dati forniti in passato e di pressione sulla situazione e sulla tenuta ospedaliera che sta mettendo a rischio centinaia di vite, non possiamo che ribadire che non è più rinviabile un tavolo di confronto urgentissimo perché il Governo nazionale e quello regionale valutino tutti i provvedimenti necessari a garantire il diritto alla salute ed aiuti veri alle famiglie e alle imprese”, aggiunge il primo cittadino.
“Per quanto riguarda le scuole, ci atterremo alle disposizioni nazionali richiamate dal Presidente della Regione che prevedono la didattica in presenza fino alla prima media inclusa, confidando nel fatto che un flusso di dati continuo e attendibile permetta un costante monitoraggio della situazione nei prossimi giorni e riservandoci la possibilità, qualora la situazione dovesse richiederlo, di provvedimenti ancora più restrittivi in conformità a quanto si realizza da tempo nel resto di Italia e secondo le prescrizioni nazionali”, conclude Orlando.
“Tutelare la salute dei palermitani è la priorità, ma attenzione ad una zona rossa fotocopia dell’anno scorso per gli effetti decisamente imprevedibili che potrebbe avere sui cittadini più fragili ridotti ormai in povertà. A Palermo il quadro economico e sociale è profondamente peggiorato dopo 13 mesi di lotta alla pandemia. E’ certo che se il numero di contagi e dei ricoveri cresce, le restrizioni sono necessarie ma, rispetto al 2020, le misure di contenimento del virus adesso devono andare di pari passo con azioni straordinarie di sostegno soprattutto economico alle migliaia di palermitani senza più nessuna forma di sostentamento. E’ inutile imporre la zona rossa e tutti chiusi in casa senza per esempio consentire le aperture alle attività produttive dove si possano garantire controlli e distanziamenti efficaci. Dopo un anno non è più possibile parlare di emergenza servono azioni concertate che garantiscano tutela della salute e tutela del reddito“. Lo dichiara Alessandro Anello, consigliere comunale della Lega e vicepresidente della commissione attività produttive.
“Mettere Palermo in zona rossa significa decretarne la morte economica. Dopo oltre un anno di sacrifici e di mancati ristori e di crisi economica Questo è il colpo finale. Diciamo le cose come stanno: nonostante le parole del sindaco Orlando, sempre dure ma mai precise, a Palermo sono mancati completamente i controlli per scoraggiare assembramenti e riunioni che hanno favorito gli aumenti dei contagi. Senza parlare dei folli assembramenti per andarsi a vaccinare, considerati come necessari, ma assolutamente evitabili. Se questa zona rossa resterà solo un provvedimento amministrativo, non ci saranno immediate contropartite in ristori, anche massicci, andiamo verso il disastro. Palermo è la città d’Italia con più alto tasso di disoccupazione giovanile e una di quelle con il più basso PIL pro capite. Piove si sul bagnato, non dobbiamo morire di covid ma così costringiamo migliaia di famiglie alla fame”. Lo dichiara il capogruppo della Lega al Comune, Igor Gelarda.
“L’istituzione della zona rossa nella città di Palermo è la diretta conseguenza della falsificazione dei dati, nei mesi scorsi, da parte della regione. Oggi le cittadine e i cittadini dovranno pagare ancora lo scotto di una politica attenta ai consensi e non alla salute di tutti e tutte. È necessario che il governo nazionale e regionale si facciano carico della grave situazione economica della città: la pandemia e i provvedimenti consequenziali stanno impoverendo il tessuto produttivo della città ed è necessaria un’attenzione particolare alle esigenze sociali di Palermo”. Lo dichiara Barbara Evola, capogruppo di Sinistra Comune in Consiglio comunale.
“Da quanto tempo Palermo doveva essere zona rossa? Probabilmente almeno da metà marzo, il provvedimento più restrittivo per contrastare i contagi al galoppo però non arrivò e si optò per una zona arancione che ha lasciato ugualmente pesanti ferite sulla pelle dei commercianti, che ora si trovano a dover fronteggiare un lockdown generalizzato che rischia di dargli la mazzata definitiva”. Lo affermano il capogruppo del M5S all’Ars, Giovanni Di Caro e i componenti della commissione Salute di Palazzo de Normanni, Francesco Cappello, Antonio De Luca, Salvatore Siragusa e Giorgio Pasqua. “Se si fosse deciso allora per la zona rossa – concludono – probabilmente si sarebbe ora di fronte a ben altri numeri, con prospettive migliori davanti, e invece si torna al punto di partenza, con la differenza, però, che le imprese sono ormai alla canna del gas”.