Pace tra le due Coree e nel mondo: leader religiosi mondiali riuniti in preghiera

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Il secondo “Prayer Rally for Peace on the Korean Peninsula”, ossia il Raduno di preghiera per la pace nella Penisola coreana, si è tenuto domenica 9 gennaio 2022 in diretta online dalla Corea del Sud.

L’incontro aveva per motto “Un milione di preghiere per la pace” e ha visto la partecipazione in presenza di leader religiosi di diverse fedi e di un vasto pubblico in collegamento da tutto il mondo. Il raduno si propone di rivolgere una supplica corale a Dio per la riconciliazione e la riunificazione dei popoli delle due Coree, divisi dalla fine della Seconda guerra mondiale e per la pace nel mondo.

La crisi continua nella Penisola coreana rappresenta un motivo di preoccupazione per i paesi dell’Asia orientale e per il resto del mondo. Nonostante gli sforzi volti a mantenere la pace, il rischio di un conflitto dagli esiti imprevedibili è sempre presente. 

“Durante i miei viaggi da Vicepresidente ho costatato che le nazioni veramente grandi abbracciano i princìpi della libertà religiosa, di parola, della democrazia e della libertà d’impresa. È la fede nella libertà religiosa, e la forza che deriva da essa, che mi infondono la più grande fiducia e speranza. È la fede che ci dà il coraggio e la convinzione di batterci per ciò che è buono, giusto e vero. Come afferma la Bibbia, Dove c’è lo spirito del Signore, c’è libertà.

Con queste parole Mike Pence, 48° Vicepresidente degli Stati Uniti ha aperto il secondo “Prayer Rally for Peace on the Korean Peninsula”, il raduno di preghiera per la pace nella Penisola coreana, che si è svolto a Seul domenica 9 gennaio 2022 in presenza e da remoto.

Momento centrale della manifestazione è stato il messaggio della dottoressa Hak Ja Han Moon, cofondatrice di UPF. In apertura d’intervento ha affermato: “Il mio desiderio più profondo, a cui ho dedicato tutta la mia vita, è di realizzare un mondo di pace vera e duratura, che è lo scopo ricercato ardentemente dal Cielo e la speranza dell’umanità. Per questa ragione oggi rappresentanti delle maggiori religioni e fedi del mondo sono convenuti per pregare per la Penisola coreana e la pace nel mondo”.

Ha poi proseguito parlando della pandemia da Covid 19 e degli effetti dei cambiamenti climatici che hanno causato morte e distruzione. Ha messo enfasi sulla necessità che l’umanità si unisca centrata sul Creatore, in quanto non tutti i problemi possono risolversi unicamente con i soli sforzi umani.

“L’unico modo per unirci nel cuore è di diventare veri figli di Dio e questa è la parte di responsabilità che il Creatore ci ha affidato”.

Ha poi affermato che nonostante il Cristianesimo predicasse l’amore, alcune grandi potenze hanno privilegiato i loro interessi egoistici, contraddicendo l’insegnamento di Gesù e ponendo le basi per il loro declino. Parlando del suo Paese ha affermato che “In particolare la Penisola coreana ha la responsabilità di sostenere la provvidenza del Cielo, di diventare una nazione unificata, per realizzare insieme un mondo di pace, d’uguaglianza e di libertà”.

Ha proseguito esortando tutti i partecipanti e i credenti a unirsi in preghiera e devozione per testimoniare al mondo l’autorità del Cielo e dare la possibilità a Dio, il Genitore Celeste, di manifestarsi sostanzialmente sulla Terra e di guidarla. Ha terminato affermando che “Finché Dio è con noi l’anno della tigre nera che stiamo per accogliere sarà promettente e ricolmo di speranze da realizzare”.