Oscar 2021, eccelle “Nomadland” ma l’Italia resta delusa

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© Laura Pausini Oscar 2021

Che fosse un’edizione diversa dalle altre, in 93 anni di premi, si sapeva già e infatti non ha sorpreso più di tanto la “piattezza” della cerimonia, nonostante i candidati d’eccezione.

Svoltasi in più di una location, per noi italiani è stata un’emozione (così come per lei) vedere Laura Pausini esibirsi durante il pre-show in diretta dall’Union Station di Los Angeles.

Niente Oscar però per la nostra Laura nazionale, che dopo il Golden Globe con la sua “Io Si“, sperava di ricevere, alla sua prima nomination, anche il suo primo Oscar. Niente da fare… il premio come Miglior Canzone originale è stato portato a casa dalla canzone colonna sonora del film Judas and the Black Messiah, “Fight for you“.

Aver fatto parte di un progetto così speciale come “The Life Ahead” (La Vita davanti a sé, ndr) con Edoardo Ponti e Sophia Loren è stato per me uno dei regali più grandi che la vita potesse farmiscrive la Pausini questa mattina sui suoi account social.

© Laura Pausini Instagram

Aver cantato Io Si sul palco dell’Academy è un sogno che mai avrei potuto mai sperare si avverasse ancora di più in un’edizione così storica. Grazie Academy!” continua la cantante romagnola, ringraziando poi i suoi compagni di viaggio: l’artista Diane Warren, che l’ha accompagnata anche al piano durante l’esibizione nella serata più magica del cinema mondiale, a Niccolò Agliardi, con cui ha scritto la canzone, alla Palomar e a Netflix, produttori e distributori del film.

Un’edizione “storica” dice la Pausini, non solo per le limitazioni dovute dalla pandemia, come la mancanza di presentatore, l’assenza di pubblico (se non i candidati) e le diverse location, ma anche e soprattutto per la presenza femminile, per la prima volta nella storia del premio, così predominante. Tra i nominati, infatti, c’erano più di 70 donne e per la prima volta, tra i migliori registi, ne concorrevano due. E il premio per la Miglior Regia l’ha vinto, per la seconda volta nella storia (dopo The Hurt Locker) proprio una donna, la prima di origini asiatiche: Chloe Zhao.

Un’edizione “storica” per tanti motivi insomma ma facilmente da dimenticare. Netflix ha avuto le sue conferme, così come la Disney Pixar e il suo “Soul“, “Nomadland” si è aggiudicato oltre che la Miglior Regia, anche il Miglior Film e la Miglior Attrice Protagonista (con una splendida Frances McDormand al suo terzo premio Oscar).

L’Italia torna a mani vuote anche per miglior trucchi e costumi, dove era candidato “Pinocchio” di Garrone, poiché i premi sono stati vinti da “Ma Rainey’s Black Bottom“.

Nonostante insomma una cerimonia non proprio da ricordare, ma con qualcosa da salvare come sempre e che dà speranza, speranza soprattutto che la prossima sia live, con lo spettacolo di sempre e qualche italiano vincitore in più.