“Napule è mille culure, Napule è mille paure” canta Pino Daniele in uno dei classici della sua discografia.
Ed è proprio nel giorno del suo anniversario, con i testi delle sue canzoni, che si può spiegare e capire la città dalle mille sfumature, bellissima e complicata come tante.
Quelle mille sfumature che si sono viste anche in queste ore.
Un video virale, diffuso ieri sera su internet, mostra un’azione criminale ai danni di un lavoratore inerme.
La vittima è un rider di 52 anni, padre di famiglia, rimasto senza lavoro.
Per guadagnare qualcosa, ha preso lo scooter della figlia e ha iniziato a fare consegne a domicilio per pochi euro l’ora.
Siamo nella zona di Calata Capodichino, in una Napoli immersa nel buio e nel silenzio.
E’ in sella allo scooter, con la sua borsa gialla in spalla, viene fermato e accerchiato da sei persone in due motorini.
Lo bloccano e iniziano a picchiarlo.
Intanto delle auto passano, ma nessuna si ferma.
I sei lo colpiscono ripetutamente, lui cerca di resistere e di evitare i colpi ma si fanno sempre più violenti.
Lo fanno barcollare, lui sempre in sella al suo motorino, sembra che riesca ad evitarli ma alla fine scivola e cade.
Mentre i sei gli sottraggono in motorino, lui per qualche secondo tenta di non lasciarlo, ma vincono loro. Sei contro uno.
Riescono a portargli via lo scooter, lasciandolo per strada.
Il filmato
La scena viene diffusa dal consigliere regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli che mette tutto su Facebook.
“Questa non è la nostra Napoli” scrive poi il consigliere sui social “chi è vittima di tale barbarie va aiutato dalla parte sana della città”.
E così è stato.
La raccolta fondi
Con la diffusione delle immagini, sui social, una pagina di Facebook lancia una raccolta fondi a sostegno del rider e nel giro di poche ore vengono raccolti più di 11 mila euro.
Perchè Napoli ha mille colori e non è solo abitata da criminali, barbari e miserabili.
Napoli è calorosa, generosa, umana e non vuole essere rappresentata da immagini come quelle della scorsa notte, fatte di violenza gratuita ai danni di un lavoratore precario e indifeso.
L’epilogo
Un’altra ottima notizia, anche se preoccupa il lato socio-culturale della faccenda, è che sono stati fermati i sei presunti aggressori: si tratterebbe di ragazzini di 15 anni. Una baby gang insomma.
Ed è stato anche ritrovato anche il motorino della figlia del rider, suo regalo per i 18 anni.
Le parole del giornalista Maurizio Zaccone raccontano perfettamente queste ultime ore:
“Abbiamo visto in poche ore tutto: la violenza più infamante di un gruppo di teppisti, la dignità della vittima, l’immensa solidarietà del popolo, e l’efficienza delle forze dell’ordine.
Questo non chiude il capitolo, ma lo apre. Ci offre una speranza di giustizia, ma non basta.
Va ripensato tutto; di quel furto, come di altre violenze, siamo tutti vittime. Tutti.
Abbiamo subito tutti la stessa umiliazione, lo stesso senso di impotenza, di scoramento.
Ci va restituita la speranza, la speranza di non essere sempre soli. Soli contro tutti”