La Via dei Librai, grande successo per l’edizione web. A settembre si torna sul Cassaro “on the road”

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Una giornata di grande interesse ha concluso la seconda edizione consecutiva sul web de La Via dei Librai. Il 2021 per la manifestazione nata e cresciuta sul Cassaro però non si ferma qui. A settembre ci si ritroverà lungo via Vittorio Emanuele. Intanto online è stato necessario aggiungere altre 24 di spazio per accogliere le richieste di partecipazione che hanno portato la rassegna ha svolgersi su ben sei giorni.

Sei giorni di incontri online che hanno coinvolto migliaia di lettori, oltre centomila su Facebook e quasi 62mila su Instagram, con incrementi di followers molto significativi su entrambe le piattaforme social. Il tema di quest’anno “la città comunità” è stato declinato nelle varie sezioni in decine di incontri, ha sviluppato dibattiti interessanti ancorati anche alla realtà della pandemia che ha cambiato in questi mesi la vita delle comunità facendo riscoprire i rapporti di prossimità, come le realtà dei quartieri. E proprio dal senso di comunità del Cassaro che ha dato vita alla via dei librai è partito il messaggio del ministro della Cultura Dario Franceschini che ha rinnovato il suo saluto e i suoi auguri anche per l’edizione di quest’anno , al quale ha risposto il sindaco Leoluca Orlando invitandolo alla seconda parte dell’edizione che tornerà in presenza in via Vittorio Emanuele dal tre al cinque settembre.

La manifestazione, promossa dal Comitato de La via dei Librai, dall’Associazione Ballarò significa Palermo, dall’Associazione Cassaro Alto insieme al Comune di Palermo ed è patrocinata dalla Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, dal Centro per il Libro e per la Lettura, dalla Regione Siciliana e la Sede Sicilia del Centro di Cinematografia – Scuola Nazionale di Cinema, ha riscosso grande successo in questa edizione web che, per il secondo anno consecutivo, ha unito tutti i “booklover” in una kermesse durata cinque giornate dal fitto programma.


Anche l’ultima giornata, infatti, è stata ricca di spunti, di emozioni e di proposte interessanti, Due un particolare gli eventi clou. IL primo appuntamento è stato alle 10 con un evento organizzato da L’Ora edizione straordinaria in cui il fondatore di Libera, don Luigi Ciotti ha dialogato con due giornalisti del quotidiano palermitano che fanno parte del gruppo di autori del volume pubblicato nel 2019 dalla Biblioteca centrale della Regione, Sergio Buonadonna e Francesco La Licata.

Partendo dal tema “Dalla città dei clan alla città comunità”, Sergio Buonadonna ha iniziato la discussione ricordando di essere a pochi giorni dall’anniversario della uccisione del segretario regionale del Pci Pio La Torre, assassinato il 30 aprile 1982, e che insieme al dc Virginio Rognoni fu l’ideatore della legge che prevede la confisca dei beni ai mafiosi. E don Ciotti – che ha ricordato di non aver conosciuto La Torre – ha insistito molto sull’importanza delle norme che sono state approvate solo purtroppo la morte di La Torre e il grande lavoro che si è svolto in questi anni nell’aggressione ai tesori della mafie. Ma ha anche sottolineato il bisogno di un impegno che vada al di là delle leggi, nella pratica del bene comune che dovrebbe essere lo scopo di chi si impegna nel servizio della politica.

Sollecitato da Francesco La Licata sulle posizione che nella chiesa si sono sviluppate nella lotta alla mafia, don Ciotti ne ha ripercorso l’evoluzione dal negazionismo degli anni Sessanta, sino ad arrivare alla scomunica di Papa Wojtya ad Agrigento, arrivata, dopo l’incontro con i genitori di Rosario Livatino, il magistrato ucciso dalla mafia che il 9 maggio sarà proclamato beato ad Agrigento. Una spinta che ha avuto nuovo impulso con Papa Francesco che ha accettato di incontrare i parenti delle vittime della mafia, oltre mille, in un’occasione non formale per la quale ha voluto prepararsi in modo specifico. “Per una nuova comunità fondata sul bene comune e non sulla violenza e sulla speculazione, la speranza sono i giovani. Giovani che ci sono e che sono pronti a impegnarsi sino in fondo ha concluso.

Nel pomeriggio alle 16.30, invece, il tema è stato “Imprese e comunità” con la presentazione del libro del professore Stefano Zamagni “Disuguali. Politica, economia e comunità: un nuovo sguardo sull’ingiustizia sociale” edito da Aboca edizioni. Oltre all’autore, docente di economia all’Università di Bologna, era collegato Antonio Riccardi, direttore editoriale di Aboca Edizioni, mentre Giuseppe Notarstefano, economista LUMSA, ha condotto l’incontro. Stefano Zamagni, da anni una delle voci più autorevoli dell’economia italiana, apprezzato in tutto il mondo per aver promosso i principi di una “economia civile”, affronta un tema cruciale: la disuguaglianza. Parliamo di diseguaglianza e non di povertà – ha subito precisato Zamagni – perché sono cose diverse. E nell’economia capitalistica, anzi, i poveri non sono previsti perché non hanno capacità di spesa. Quello che preoccupa è la crescita esponenziale delle diseguaglianze negli ultimi 40 anni“. Le cause per Zamagni sono precise e sono strutturali e risiedono soprattutto nell’incapacità dei governi di fronteggiare i grandi cambiamenti degli ultimi decenni.

Siamo fermi agli accordi di Bretton Woods che risalgono al 1944, quando non c’erano state né la globalizzazione né la quarta rivoluzione industriale, quella del web e delle digitalizzazione” ha spiegato. E soprattutto non c’erano state le loro conseguenze a partire dalla nascita dei paradisi fiscali e della detassazione”. Il problema principale è che gli Stati devono essere in grado di prevedere le conseguenze degli interventi che programmano, anche quando si tratti di provvedimenti che all’apparenza sono positivi ma che possono avere ricadute sociali imprevedibili. Asfaltare una strada o bonificare una zona malarica sono cose positive ma, come è stato sperimentato in Algeria, possono portare a favorire una parte piccola della popolazione rispetto alla stragrande maggioranza. “Il bene va fatto bene” per sintetizzare, ha concluso Zamagni. E il professore Notarstefano ha chiuso l’incontro proponendogli con una battuta di fare da consulente al premier Mario Draghi per l’attuazione del Recovery plan.