La nuova frontiera della cardiochirurgia è mini-invasiva

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PALERMO (ITALPRESS) – La tecnologia sta cambiando la pratica della medicina e della chirurgia, ponendo nuove sfide per i medici coinvolti nella diagnosi e nel trattamento delle malattie cardiovascolari. Massimi esperti del settore a confronto nel corso virtuale e interattivo “Management of Cardiovascular Diseases: A Look at The Present and a Glance into The Future”, una tre giorni che si chiuderà il 26 giugno all’Ismett di Palermo dedicata a operatori sanitari, ricercatori e scienziati, il cui ambito di interesse è quello delle malattie cardiovascolari. Il webinar è organizzato da UPMC Heart and Vascular Institute, tra i principali centri mondiali per l’assistenza e la cura delle patologie cardiovascolari, e Ismett, struttura al top per la cura delle insufficienze terminali d’organo. L’Istituto, nato in partnership con il Centro medico dell’Università di Pittsburgh, dal 2015 fa parte del Registro Internazionale della Society of Thoracic Surgeons (STS) e vanta una delle più basse mortalità per le procedure di cardiochirurgia.
Tra i principali argomenti trattati la patologia valvolare aortica, gli aneurismi aortici, l’insufficienza cardiaca e il trattamento delle cardiomiopatie nei pazienti adulti: il corso, inoltre, permette agli oltre 200 partecipanti tra Italia e Stati Uniti (cardiologi, cardiochirurghi, specialisti in imaging cardiovascolare, anestesisti, ricercatori cardiovascolari, bioingegneri e altre figure sanitarie coinvolte) non solo di trascorrere tre giornate con professionisti internazionali nel campo delle malattie cardiovascolari ma anche di poter intraprendere con loro un confronto diretto e uno scambio di informazioni e opinioni.
Nel dibattito, in cui si alternano 30 esponenti della cardiologia nazionale e internazionale come relatori, grande spazio alla cardiochirurgia mini-invasiva, considerata oggi una delle frontiere delle chirurgia in tutto il mondo. Il suo utilizzo, infatti, consente di approcciare pazienti sempre più complessi riducendo i tempi di durata dell’intervento e di ospedalizzazione del paziente. Nel corso del webinar evidenziati i progressi in campo chirurgico, l’outcome dei pazienti sottoposti a tecniche mini-invasive e le nuove sfide.
“L’evoluzione tecnologica sta rivoluzionando il trattamento delle malattie cardiovascolari – dice all’Italpress Michele Pilato, direttore Dipartimento cardiotoracico di Ismett -. Abbiamo la possibilità di evitare il taglio chirurgico tradizionale e trattare in alcuni sottogruppi di pazienti le patologie del cuore con un semplice catetere che viene posizionato all’interno del sistema vasale attraverso le arterie o le vene dell’inguine. E’ un momento di grossa innovazione che coinvolge non solo l’aspetto procedurale e interventistico, ma anche l’aspetto di imaging diagnostico”. “Le tecnologie che abbiamo a disposizione per fare la diagnosi della malattia sono molto avanzate e in grado di darci dei dettagli molto peculiari e precisi sul tipo di patologia in modo da metterci in condizione poi di prendere la migliore decisione sulla strategia da adottare sul paziente”, aggiunge Pilato.
Nell’Istituto palermitano esperti a confronto anche sulle tecniche di cardiologia interventistica, ambito in cui l’innovazione tecnologica ha portato a una vera e propria rivoluzione e a un conseguente cambio dell’approccio diagnostico. Nel dibattito anche focus specifici sulla patologia valvolare aortica e il trattamento della stenosi aortica fino all’utilizzo di procedure innovative e ormai consolidate come la TAVI e il loro uso.
Francesco Clemenza, cardiologo Ismett e tra gli organizzatori, sottolinea all’Italpress come il meeting abbia l’obiettivo di “affrontare i temi di cui si occupa l’Ismett in collaborazione con l’Università di Pittsbourgh sia in ambito cardiochirurgico, e in particolare per le patologie della valvola aortica, e per quanto riguarda l’insufficienza cardiaca. Questo significa affrontare una serie di argomenti che hanno a che fare con procedure cardiochirurgiche estremamente avanzate. La tendenza oggi è affrontarle riducendo l’invasività”.
“Tutto ciò – conclude Clemenza – richiede una grossa esperienza, una grossa casistica e concettualmente di cambiare l’approccio convenzionale a queste procedure. Se parliamo di insufficienza cardiaca, significa affrontare gli avanzamenti in termini di terapia farmacologica e di device, in sostanza il campo delle assistenze meccaniche ventricolari e del trapianto cardiaco”.
(ITALPRESS).