“Io non ci sto”, il coraggio di un uomo contro la mafia. Intervista a Natale Giunta

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Natale Giunta quaranta anni appena compiuti e, alle spalle, una vita intera dedicata a costruire la sua carriera e le sue aziende attive nel settore della ristorazione e dell’organizzazione di grandi eventi. Originario di Termini Imerese in provincia di Palermo, deve tutto alle donne di famiglia, nonna, mamma e zie, che era solito frequentare dopo la scuola e che gli hanno insegnato ad amare e praticare l’arte della cucina.

Oggi, è uno degli chef più conosciuti in Italia, anche grazie al programma televisivo, La Prova del Cuoco, trasmesso da Raiuno, dove è stato parte del cast dal 2005 al 2020, con un ruolo che negli anni è andato crescendo, fino alla realizzazione dell’edizione 2019 del libro di ricette firmato dalla conduttrice del programma Elisa Isoardi, intitolato “Buonissimo! La grande avventura della cucina italiana”, dove Giunta rappresenta la cucina tradizionale rivisitata in chiave gourmet. Non è la prima pubblicazione per lo chef Natale Giunta. È, infatti, del 2008, Gusto Siciliano, libro fotografico e di ricette con le immagini del fotografo Pucci Scafidi. Dal 2020 fa parte del cast di Detto Fatto su Rai Due, condotto da Bianca Guaccero.

È titolare di Castello a mare a Palermo, selezionato tra i migliori dieci ristoranti sulla guida Michelin 2019, di Oro Bistrot a Roma, sul tetto dell’Hotel NH Fori Imperiali, di Passami ù coppu, che propone street food tradizionale nella centralissima via Roma, cuore del centro di Palermo, a due passi dal Cassaro e di Top Cucina Eventi, specializzata in cerimonie, eventi e grandi eventi, dal mondo della moda ai congressi internazionali, che vanta il riconoscimento di tre premi Qualità e Ospitalità Italiana. Oltre alle sue aziende e locali, aggiunge dal 2018 il prestigioso ruolo di consulente Food & Beverage per la catena alberghiera NH Collection Hotels per la categoria 5* e 5* lusso delle realtà NH Collection Grand Hotel Convento di Amalfi 5*, Ristorante dei Cappuccini, e NH Collection Taormina 5*, ristorante Zefiro.

Oggi chef Giunta, apprezzato anche per il suo instancabile spirito imprenditoriale e la sua simpatia può, senza dubbio, definirsi un ambasciatore del gusto nel mondo, motivo d’orgoglio per la Sicilia, sua terra d’origine. Già da qualche anno, i suoi servizi ed il suo estro sono richiesti non solo in Sicilia, ma in Italia ed all’estero in Paesi che si affidano alla professionalità indiscussa dello Chef e del suo staff.

Eppure quella dello chef siciliano è una storia fortemente segnata dalla sua decisione coraggiosa di “Dire di no” quando, come temeva, la mafia si è presentata alla sua porta. <<Da quel momento dinanzi a me si è aperto un bivio. Sapevo che se avessi scelto quella che in quel momento sarebbe potuta sembrare l’opzione più comoda sarei stato schiavo per tutta la vita. Ho scelto la libertà consapevole che avrei dovuto convivere con la paura- ha raccontato Giunta- Quando ho deciso di denunciare ho passato otto anni sotto scorta. Quando poi mi è stata tolta la scorta mi sono sentito abbandonato e solo. Oggi la paura si è trasformata in forza e mi sento orgoglioso di ciò che ho fatto e che rifarei ancora. Abbiamo solo una vita e dobbiamo scegliere se viverla da schiavi o da uomini liberi. Io ho scelto di essere un uomo libero e ne sono fiero. Ho costruito la mia carriera grazie alle mie forze, senza dover dire grazie al politico di turno. Tutto questo ha un prezzo che si chiama dignità. E’ bello svegliarsi la mattina e guardare nello specchio una persona di cui si ha stima. Inoltre, avere affrontato la mia lunga battaglia personale, mi ha reso più forte e resiliente anche quando, un anno fa, si è trattato di dover affrontare l’emergenza sanitaria globale. Sono abituato a reinventarmi e a rinascere dalle mie ceneri e lo farò ancora, ogni volta che sarà necessario. Voglio vivere bene e non sopravvivere>> ha concluso lo chef termitano in occasione della presentazione on line alla stampa del suo libro ” Io non ci sto” pubblicato con Rai Libri che racconta la sua biografia scritta con Angelica Amodei, a cominciare dalla sua denuncia al pizzo e alla ribellione contro la mafia
gli anni sotto scorta, la paura e la voglia di ricominciare.