Guardia di Finanza sequestra in tutta Italia oltre 60 milioni di mascherine pericolose per la salute

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I Finanzieri di Gorizia, con l’odierna esecuzione di un provvedimento di sequestro esteso a tutta l’Italia, stanno dando compimento, sotto la direzione del Sostituto Procuratore Dr. Paolo ANCORA della Procura della Repubblica di Gorizia, all’attività avviata lo scorso
mese di febbraio che ha portato nella sola regione F.V.G. all’individuazione ed al sequestro di più di un milione e mezzo di Dispositivi di Protezione Individuale in uso al personale medico, infermieristico e sanitario delle Aziende Sanitarie locali perché non conformi alle normative vigenti e pericolosi per la salute. Quanto si va ora ponendo sotto sequestro, rappresenta la rimanente parte di quei lotti di mascherine risultate del tutto carenti dei requisiti necessari per essere considerati “Dispositivi di Protezione”. Le analisi di laboratorio che precedettero i primi sequestri evidenziarono, infatti, che il coefficiente di penetrazione di questi dispositivi è decisamente superiore agli standard previsti. In alcuni casi, infatti, la capacità filtrante è risultata essere addirittura 10 volte inferiore rispetto a quanto dichiarato, con conseguenti rischi per il personale sanitario che le aveva utilizzate nella falsa convinzione che potessero garantire un’adeguata protezione. I Finanzieri di Gorizia, inoltre, stanno acquisendo documentazione e dati informatici presso l’Agenzia Nazionale per l’attrazione degli Investimenti e lo sviluppo d’Impresa S.p.A. (INVITALIA S.P.A.), al fine di ricostruire le responsabilità nella catena di approvvigionamento e verificare quante mascherine della stessa tipologia siano state
impiegate o sono tuttora in uso su tutto il territorio nazionale. Grazie anche alla collaborazione offerta dall’attuale staff del Commissario per l’emergenza è stato possibile sequestrare oggi oltre 60 milioni di D.P.I., ovvero mascherine facciali, ancora giacenti presso depositi ubicati su tutto il territorio nazionale e in attesa d’essere distribuiti. Queste mascherine facciali costituiscono il residuo di forniture per circa 250 milioni di pezzi ereditato dalla precedente gestione della struttura per l’emergenza.