Gli Orti del “Votavota”, il nuovo progetto degli chef Causarano e Colombo nato durante il lockdown

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Mentre durante il lockdown molti hanno ceduto alla tentazione di lasciarsi andare al comprensibilissimo sentimento di depressione che ha attanagliato un pò tutti, c’è stato chi ha deciso di rimboccarsi le maniche e di trovare un senso ad un periodo che ” un senso non ce l’ha”, per dirlo con le parole del noto cantante emiliano, reinventando sè stessi e la propria attività professionale.

E’ questo il caso dei due chef Giuseppe Causarano e Antonio Colombo che, insieme alla loro brigata di cucina, hanno convertito la chiusura del ristorante Votavota a Marina di Ragusa, di cui sono i patròn, in possibilità di crescita del team e di stare insieme a stretto contatto, assecondando solo i tempi della natura e il piacere di condivisione di un’esperienza che nei fatti fortifica i rapporti personali e professionali e consente una crescita non individuale, ma corale.

Nascono così “Gli Orti del Votavota” un luogo in cui essere liberi, sperimentare, accogliere amici, creare, fare ricerca e contribuire concretamente allo sviluppo. E’ questo l’approccio, nato da un’intuizione dello chef Giuseppe Causarano, che ha deciso di convertire un casale rurale con annesso terreno in territorio di Scicli, in provincia di Ragusa di sua proprietà da qualche anno

La mia storia ha origine in questa campagna dove sorgeva l’azienda agricola di mio padre. – ha spiegato Causarano – Nei giorni liberi ho cominciato a sistemare il caseggiato rurale, a rendere fertile il terreno, a togliere le erbacce e ho iniziato ad immaginare le potenzialità di questo luogo. Così, insieme ad Antonio, abbiamo preso una decisione. In queste settimane di chiusura piuttosto che mettere nuovamente i ragazzi di sala e di cucina in cassa integrazione, abbiamo optato per vivere questo luogo, facendolo divenire il nostro personale orto e non solo. Abbiamo coltivato 6500 piantine ad ortaggi e abbiamo già i frutti dei 65 alberi piantumati lo scorso anno, tra bergamotto, chinotto, limoni e pompelmi. Immaginate se tutti insieme non solo coltiviamo i terreni circostanti in base alle esigenze che abbiamo per la realizzazione dei nostri piatti, divenendo nei fatti autonomi per il nostro fabbisogno, ma soprattutto abbiamo a disposizione una sorta di parco giochi dove la nostra creatività può venir fuori all’aria aperta, dove poterci confrontare tra di noi e con nostri colleghi e amici, un luogo dove non ci sono regole, ma si procede ad istinto dando libero sfogo alla nostra fantasia e alla voglia di creare magia”.

Progettiamo qui, plasmiamo all’aria aperta – ha spiegato Antonio Colombo – e poi perfezioniamo in cucina al Votavota. Ma qui tutto sarà allo stato brado, ricorrendo a tecniche antiche e nuove di semina, di cottura, di gusto che potrebbero risultare interessanti o solo un esercizio di stile. Non importa concretizzare nell’immediato. Ciò che ci interessa è vivere questa esperienza per creare la nostra filiera di prodotti, con la consulenza di un agronomo ovviamente, e scegliere noi gli ortaggi e la frutta di cui abbiamo bisogno, la maturazione che devono avere per essere performanti per i nostri piatti ed anche la qualità degli stessi”.

Avremmo potuto rimanere a casa, così come fatto in precedenza – ha aggiunto Giuseppe Causarano – e attendere il nuovo provvedimento in cui si comunicava la riapertura dei ristoranti. Avremmo potuto lamentarci o distrarci in altro modo. Abbiamo preferito rimanere concentrati sul nostro lavoro e renderlo ancora più coinvolgente, creando il nostro laboratorio in campagna dove creare e dove discutere, confrontarci, fare lavoro manuale, ma anche studiare. Insomma, questa è la nuova frontiera che abbiamo voluto attraversare per essere, prima di tutto noi stessi, fedeli al nostro modo di fare e considerare la cucina un luogo di continua e costante conoscenza, in cui il rapporto umano è ciò che ci fa crescere e fa la differenza. E se in questo periodo dovessero nascere nuovi piatti… vi avvertiremo in tempo!”.