Sanremo non parte nel migliore dei modi. L’evento televisivo dell’anno è nella bufera per il caso Zelensky il dibattito si infiamma sempre più sull’intervento video del presidente ucraino nella serata finale del festival.
La scelta della Rai non sembra essere molto gradita dai telespettatori che ora minacciano un boicottaggio di massa.
L’Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi ha presentato, intanto, una diffida alla Rai in cui si chiede di non consentire la partecipazione del leader ucraino, perché l’Ariston non può diventare palco per propaganda politica.
“In Italia oramai l’art. 11 della Costituzione sembrerebbe non esistere più – dichiara Filippo Virzì, Segretario regionale dell’Ugl creativi in Sicilia – ricordo solo per i più distratti che l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, la scelta della Rai la definisco impopolare e non la condivido spettacolarizzare la guerra è inaccettabile neanche il Festival di Sanremo viene risparmiato, esprimo tutta la mia contrarietà nel trasformarlo in una passerella di guerra mondiale mediatica a vantaggio del Capo di Stato dell’Ucraina Zelensky che aggiungo di passerelle se ne intende considerata la sua originaria professione, ossia l’attore”.