All’edizione dei David di Donatello 2020 era mancata la presenza, la vicinanza e l’emozione di stare sul palco con il premio in mano. Ieri sera invece abbiamo ritrovato quella sensazione di normalità, anche se l’edizione 2021 dei David, i “Premi Oscar” italiani, ha seguito fedelmente le direttive ministeriali anti-covid.
Distanziamento tra i partecipanti e doppia location, gli studi “Fabrizio Frizzi”, già Teatro delle Vittorie, e il Teatro dell’Opera di Roma. Anche quest’anno padrone di casa un meraviglioso Carlo Conti che è riuscito a regalare uno spettacolo ben fatto e parecchio emozionante, sottolineando spesso la speranza di un ritorno alla normalità per tutti, soprattutto per il cinema italiano, anche lui vittima silenziosa della pandemia, insieme a tutto il comparto della cultura e dello spettacolo.
Un anno con pochi titoli usciti nel 2020 e la chiusura prolungata delle sale hanno fatto sì che anche attraverso lo schermo si percepisse l’emozione dei vincitori e dei partecipanti alla serata, anche solo per il fatto di essere lì, presenti, ad onorare e premiare i migliori tra i migliori del nostro cinema.
David alla Carriera per Diego Abatantuono, Sandra Milo e Monica Bellucci.
Alcuni premi erano già prevedibili, altri hanno sorpreso molto, anche se positivamente. “Favolacce” dei fratelli Innocenzo era dato come super-favorito, mentre poi è stato “Volevo Nascondermi” ad ottenere sette riconoscimenti, fra cui il Miglior Film, la Miglior Regia e il Miglior Attore Protagonista. Il quarto David di Donatello per Elio Germano.
Scoperte, anche se non sono più delle novità, della serata sono state Matilda De Angelis, ormai stella lanciata anche nel cinema internazionale, in lizza per “L’incredibile storia dell’Isola delle Rose“, e Benedetta Porcaroli per il suo personaggio in “18 Regali“, entrambe nominate per la categoria Miglior Attrice Non Protagonista ed entrambe scoperte nella fiction Rai “Tutto può succedere“. Il premio è andato alla De Angelis che emozionatissima e sincera ha esordito con “Mi hanno dato solo 15 secondi per ringraziare. Non mi viene in mente nulla, solo parolacce“. Viva la sincerità e la freschezza.
I David di Donatello sono così. Non sono famosi nel mondo come i Premi Oscar, i Golden Globe o gli Emmy, ma sono i premi più ambiti, assegnati dall’Accademia del Cinema Italiano, per i nostri artisti ed interpreti che vedono nel nostro cinema il simbolo della rinascita e l’elemento più puro del fare arte. Si capisce tale attaccamento anche dalle parole di Laura Pausini, fresca della notte degli Oscar 2021, che ha aperto la serata e che ha atteso il suo premio come Miglior Canzone Originale, vedendoselo poi “prendere da sotto il naso” da Luca Medici, alias Checco Zalone, e la sua “Immigrato”. La Pausini però, con quel suo accento tipicamente emiliano e un’emozione unica, ha confessato di essere molto più nervosa in quella serata che in quelle passate ad Hollywood, perché “é l’Italia!”.
Lacrime e commozione comunque non sono mancate. Nè tanto meno applausi e standing ovation. Come quelli per Gigi Proietti che è stato ricordato da Enrico Brignano o quelli per Sophia Loren, che dopo essersi aggiudicata il premio come Miglior Attrice Protagonista per il film “La vita davanti a sè” ha ringraziato il cinema che per 60 anni l’ha portata sul palco dei David. E ha concluso con un “non so se questo sarà il mio ultimo film, ne voglio fare ancora un altro e sempre più bello perché io senza cinema non posso vivere“. Neanche noi, Sophia.
Emozioni per gli intramezzi musicali dell’Orchestra Sinfonica, in diretta dal Teatro dell’Opera di Roma, con i classici del Maestro Ennio Morricone, diretti dal figlio Andrea. Emozioni anche per i discorsi di Elio Germano e Pierfrancesco Favino, quando il primo ha dedicato il premio agli artisti e agli ultimi, come ultimo è stato il suo Ligabue finalmente conosciuto dal grande pubblico grazie al suo film e il secondo ha chiesto, ai ministri o chi per loro, di portare il cinema e il teatro nelle scuole, non nei pomeriggi, ma durante le lezioni, per insegnare ai giovani come tenere una cinepresa in mano per fargli raccontare il mondo “attraverso i loro occhi”. E continua così, riferendosi poi al più bello ed emozionante discorso della serata.
Il punto più altro, che ha regalato un’emozione unica e inaspettata, è stato raggiunto dalla figlia di Mattia Torre. Il famoso sceneggiatore, padre di opere cult come “Boris“, è venuto prematuramente a mancare nel 2019 e ha vinto ieri sera il David per la Migliore Sceneggiatura Originale per il film “Figli“. Il premio è stato ritirato dalla moglie e dalla figlia Emma, che ha tenuto il discorso di ringraziamento.
“Complimenti a mio padre che ha vinto il premio” dice Emma, stringendo con mani tremanti la statuetta, “dedico il premio al mio fratellino Nico che mi fa ammazzare dalle risate e a mia mamma che non si arrende mai“. Poi Emma continua, mentre tra la platea (e il pubblico a casa) le lacrime si iniziano ad intravedere, “Questo film (Figli, ndr) parla di famiglie sole e bambini che nascono, ringrazio le ostetriche che fanno nascere i bambini e i medici che non fanno volare via le persone. Bravo papà“.
Un commosso Mastandrea, protagonista di “Figli” insieme alla Cortellesi, ma soprattutto grande amico di Mattia Torre, ha abbracciato poi Emma, facendo quello che avremmo voluto far tutti in quel momento.
Adesso, dopo tutta questa voglia di applaudire e onorare il nostro cinema, attendiamo solo di poter tornare a sedere davanti lo schermo delle nostre sale buie.