Si è conclusa la conferenza stampa del premier Mario Draghi che, insieme al ministro della Salute Roberto Speranza ha annunciato le nuove misure anti-Covid che accompagneranno gli italiani a partire dal prossimo 26 aprile. “Anticiperemo la reintroduzione delle zone gialle dal 26 aprile, dando precedenza alle attività di ristorazione all’aperto, sia a pranzo sia a cena. Siamo consapevoli che si tratti di un “rischio ragionato” e che possiamo cominciare a guardare al futuro con prudente ottimismo e fiducia, ma bisogna mantenere comportamenti corretti- ha spiegato il premier e ha continuato – Ciò è possibile perché la campagna di vaccinazione sta dando risultati soddisfacenti che ci consentono di porre in essere decisioni sulle riaperture che intendono far fronte al disagio delle categorie, operatori, famiglie, ragazzi per consentire maggiore serenità nel Paese e gettare le basi per in tanto agognato rilancio sociale oltre che economico “.
“Il principio che utilizzeremo in questa fase caratterizzata dalla gradualità si basa sul dato scientifico in base al quale nei luoghi all’aperto riscontriamo una difficoltà significativa nella diffusione del contagio. Applicheremo questo principio nell’ambito della ristorazione e non. Auspico che il quadro epidemiologico migliorerà per programmare ulteriori aperture per le attività che non si svolgono all’aperto“, ha aggiunto il ministro della Salute, Roberto Speranza.
“Con il Def e lo scostamento si fa “una scommessa sul debito buono. Questa è una scommessa sulla crescita: se la crescita sarà quello che ci attendiamo da tutti questi provvedimenti, dal piano di investimento, dal Pnrr, dalle riforme, pensiamo che non servirà una manovra correttiva negli anni a venire. Il processo si traduce in un’uscita dal debito per effetto della crescita“, ha spiegato il premier.
Quanto al decreto Sostegni, il premier ha detto che “ dal 30 marzo a oggi sono stati pagati due miliardi nella prima settimana e nella seconda un miliardo, ma i pagamenti non sono ancora terminati – e ha aggiunto- il primo è un sostegno alle persone, umanitario, a chi ha perso tutto suo malgrado, quello alle imprese serve ad evitare che chiudano per mancanza di liquidità o sostegni o vengano comprate da terzi. Per i settori industriali o di servizi che non avranno più mercato, si tratta di assistere la transizione. Al momento diamo precedenza alle due ipotesi succitate ” ha concluso.