“Il 25 gennaio 2016 il nome di Giulio Regeni si unì a quelli di tante altre persone vittime di sparizione forzata, di tortura e di omicidio in Egitto“.
Così Amnesty International Italia inizia il suo post pubblicato questa mattina sui suoi profili social.
Cinque anni sono passati dalla sparizione (e poi uccisione) di Giulio Regeni, giovane ricercatore italiano al Cairo per un dottorato di ricerca sui sindacati indipendenti nel paese.
“Il suo corpo, senza vita ed irriconoscibile per le violenze subite” continua Amnesty “è stato ritrovato il 3 febbraio, nella periferia della capitale dell’Egitto. Da quel giorno, continuiamo a chiedere verità per Giulio Regeni“.
“Nel frattempo, tuttavia, sono stati conclusi importanti accordi commerciali ed economici con l’Egitto” si legge ancora nel post.
“Un paese che imprigiona, tortura e uccide chi si oppone al governo”.
“Ci uniamo all’iniziativa di @giuliosiamonoi per colorare i social di #giallogiulio” finisce Amnesty.
Nell’ultima ora sono già molte le persone e i personaggi famosi che hanno aderito all’iniziativa chiedendo Verità e Giustizia per Giulio Regeni.