“Apprendere, comprendere, amare”: un convegno del Rotary Palermo Montepellegrino per parlare del futuro dell’umanità

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“Apprendere, comprendere, amare” questo è il titolo molto significativo convegno nazionale tenutosi, simultaneamente, in quattro istituti di istruzione superiore e in un istituto comprensivo, che ha unito l’Italia da Udine a Carini, attraversando Palermo e Monfalcone; un titolo pregno di significati e di rimandi. Un evento, organizzato dal Rotary Club Palermo Montepellegrino grazie ad un progetto del prof. Filippo Nobile, docente all’Istituto di Istruzione Superiore Stringher di Udine, che «con la sua determinazione ha progettato, voluto tenacemente e mi ha convinto a far nostro, come Rotary, questo suo progetto ambizioso per mettere in pista giovani inclusivi» ha ribadito il prof. Antonio Fundarò presidente del Rotary Club Palermo Montepellegrino. L’evento ha coinvolto il Liceo Scientifico “Michelangelo Buonarroti” di Monfalcone (GO), il Liceo Scientifico “Galileo Galilei” di Palermo, l’IC “Renato Guttuso” di Carini, l’ISIS “Bonaldo Stringher” di Udine e l’ISIS “Sandro Pertini” di Monfalcone (Go). 

Un evento che ha permesso a 5 istituti scolastici, a 5 dirigenti scolastici, (i professori Vincenzo Caico, Chiara Di Prima, Valeria La Paglia, Monica Napoli e Carmela Piraino), a 5 Referenti scolastici per la prevenzione del fenomeno del Bullismo e del Cyberbullismo), a 2 regioni italiane, il Nord e il Sud, a 4 diverse aule magne, a 59 classi, ad un totale di 2350 alunni, di stare insieme per ragionare attorno a grandi temi pedagogici, metodologici, organizzativi.

Nel suo intervento introduttivo, il professore Filippo Nobile, docente di “Tecniche di comunicazione e relazione” all’Istituto di Istruzione Superiore “Bonardo Stringher” di Udine e ideatore dell’iniziativa, ha affermato «un grazie agli alunni, collegati da due regioni italiane, ai docenti, ai dirigenti scolastici che hanno permesso che si concretizzasse anche questo secondo impegno e un grazie al Rotary Club Palermo Montepellegrino, di cui faccio parte, per avere concretizzato questo mio progetto. Quello di mettere insieme realtà diverse del nostro Paese per ragionare attorno ad i temi più vivi e sentiti della nostra scuola. Tema di questo 2° incontro «“Apprendere, Comprendere, Amare” per prevenire» che vede relatore il Professore Luigi Berlinguer, già Ministro dell’Istruzione, padre dell’Autonomia Scolastica.

Un ragionamento attorno al diritto all’istruzione; un diritto, non più solo un obiettivo culturale. Siamo qui di fronte ad una vera novità stimolante, forse accattivante: è oggi il sapere, saper fare e il saper essere, così, a divenire la vera base sostanziale, ineludibile, di una vera uguaglianza certo culturale ma anche sociale e morale». «Il superamento della discriminazione fra chi sa e chi non sa, chi impara e chi no, chi sa essere e chi non può essere, non è, quindi, solo un mero fatto culturale o scolastico (certo lo è ed è importante): è anche una circostanza morale e sociale, politicamente ed eticamente rilevante, strutturale, che tende essa stessa a rendere i cittadini tutti uguali, socialmente tutti uguali, culturalmente tutti uguali, visto che fra le varie ingiustizie la disuguaglianza culturale è l’ingiustizia più odiosa, oggi! Il tutto attraverso questa palestra che tiene uniti l’apprendimento, il comprendere e l’amare» ha precisato il professore Filippo Nobile, prima di cedere la parola al presidente del club Rotary Palermo Montepellegrino.

«L’intreccio sostanziale tra educazione sentimentale e apprendimento, l’importanza del coinvolgimento attivo dello studente nel suo percorso formativo, la sollecitazione alla politica a che si realizzi pienamente una scuola equa, democratica, inclusiva; la dimensione europea della cittadinanza attiva e, soprattutto, un’idea di apprendimento e di un sistema di istruzione che si costruisca intorno alla persona umana, sono i nuclei tematici principali del dibattito che ha coinvolto tutte le scuole collegate» ha continuato Fundarò.

Al dibattito, tra l’altro, sono intervenuti i dirigenti scolastici degli istituti coinvolti: Prof. Vincenzo Caico, DS Liceo Scientifico “Michelangelo Buonarroti” di Monfalcone (GO); Prof.ssa Chiara Di Prima, DS Liceo Scientifico “Galileo Galilei” di Palermo; Prof.ssa Valeria La Paglia, DS IC “Renato Guttuso” di Carini; Prof.ssa Monica Napoli, DS ISIS “Bonaldo Stringher” di Udine; Prof.ssa Carmela Piraino, DS ISIS “Sandro Pertini” di Monfalcone (Go); e i referenti d’Istituto per il “Contrasto del fenomeno del bullismo e del cyberbullismo”: la Prof.ssa Renata Barbagallo, Liceo Scientifico “Galileo Galilei” di Palermo; la Prof.ssa Anna D’Elia, Liceo Scientifico “Michelangelo Buonarroti” di Monfalcone (GO); la Prof.ssa Simona Ferraiolo, IC “Renato Guttuso” di Carini; la Prof.ssa Lucia Indelicato, ISIS “Sandro Pertini” di Monfalcone (Go) e il Prof. Filippo Nobile, ISIS “Bonaldo Stringher” di Udine.

Per la professoressa Angela Ferraro, presidente dell’Associazione di Formazione Valier di Roma, che ha presentato il professore Luigi Berlinguer «i fenomeni di bullismo sono drammaticamente diffusi ed eterogenei, spesso meno eclatanti ma più pervasivi. Questo perché abbiamo un problema sociale estremamente diffuso ed evidente di analfabetismo emotivo, in cui la relazione con l’altro viene utilizzata per rafforzare sé stessi e non vi è incontro con l’alterità, poiché l’altro viene annullato o aggredito. La base per una qualsiasi relazione educativa è costituita dall’empatia e dall’intelligenza emotiva, entrambe la strutturano e permettono successivamente lo sviluppo della medesima capacità nei più piccoli. Vi è dunque una grande responsabilità del mondo adulto che offre un clima di aggressività, di assenza di senso critico ai più giovani che lo respirano. Saper leggere le proprie emozioni, gestirle, collocarsi nelle situazioni relazionali ed empatizzare con l’altro è essenziale oggi e più che mai urgente».

Di grande impatto, invece, l’intervento lucidissimo e vibrante del professore Luigi Berlinguer che ha affermato come «da ministro mi sono interrogato più volte su cosa significasse amministrare quello che gli altri Paesi europei chiamano educazione e noi chiamiamo istruzione e, la volontà di porre al centro i bisogni dello studente, si collocò a monte delle scelte politiche, tanto che si formò in me con insistenza l’idea che il mondo dell’istruzione opera nel mondo dei sentimenti, poiché l’apprendimento non è un esercizio unicamente logico-mnemonico, di puro trasferimento di informazioni, ma investe la sfera sentimentale della persona. L’apprendere, che è stato piuttosto trascurato dalla letteratura educativa, più concentrata sull’aspetto del “docere”, tradizionalmente basato sulla pura trasmissione di conoscenze tra docente e discente, ancora largamente diffuso, prende avvio dall’investimento sentimentale che la persona opera sulle sue curiosità di apprendimento e si appoggia alla relazione educativa che ne può rafforzare l’esito». 

E continuando, ha continuato il professore Luigi Berlinguer «Addirittura, nella nostra lingua non c’è un sostantivo che indica la persona che apprende, eppure è l’attore numericamente più importante, nonché mattone fondamentale della scuola e del futuro. Sono i giovani che si costruiscono un’identità e un ruolo nella società del futuro. Dobbiamo diffondere ed ampliare una cultura dell’apprendimento, ricordandoci che già Platone richiamava, a proposito della propensione ad apprendere, l’eros. Se una cosa non piace, non c’è eros e non c’è apprendimento. Lo studio è vissuto purtroppo dagli studenti come un puro dovere, non è agganciato alla sfera sentimentale, della curiosità e della passione per la conoscenza. Si è infatti trascurata la funzione e la potenzialità educativa dell’arte, per cui il processo di apprendimento a scuola è divenuto un dovere da adempiere». «Il cittadino del futuro non deve cessare mai di apprendere, lungo l’intero arco della vita, per essere cittadino partecipe in una democrazia partecipata. L’apprendere è la funzione straordinaria per la tenuta della società» ha concluso l’ex ministro dell’Istruzione prof. Luigi Berlinguer.

Tutti preziosi i contributi dei dirigenti scolastici. Il professore Vincenzo Caico ha sottolineato che «il nostro ruolo di educatori è determinante quando consentiamo ai ragazzi di innamorarsi del sapere. I nostri alunni devono trovare il piacere della scoperta, il piacere dello studio, il piacere dell’apprendimento. Cerchiamo, in questo piacevolissimo impegno, di fare fronte comune perché la scuola ha bisogno di una nuova Primavera di Rinnovamento così come è stato capace di proporre il professor Berlinguer quando da ministro dell’istruzione cambiò radicalmente la scuola italiana”. La professoressa Chiara Di Prima ha sottolineato, invece, la grande novità introdotta dal professore Berlinguer. «A lui – ha sottolineato la professoressa Di Prima – va riconosciuto un grande merito che quello di avere introdotto per la prima volta in una norma scolastica, che è il regolamento dell’Autonomia, il termine di “persona umana” per indicare i nostri studenti. Fino ad allora i nostri studenti erano discendenti, erano alunni, erano individui. La vera rivoluzione per la scuola italiana proposta da Berlinguer, oltre a essere di tipo giuridico, è di tipo culturale. E lo fa indicando i nostri studenti come persona umana; facendo, così, si riconosce a ciascuno dei nostri studenti quel carattere di unicità di irripetibilità, di trascendenza, del desiderio, di bisogno che prima di allora era non soltanto normato ma era poco attenzionato». E continuando la professoressa Di Prima sottolinea che «è l’autonomia che ruota intorno allo studente protagonista del proprio apprendimento. Ecco, dunque, che apprendere, comprendere e amare diventano le tre parole chiave per una scuola che vuole essere di successo, per una scuola che diventa protagonista nel promuovere lo sviluppo integrale della persona e che non può fare a meno dell’amore se vuole generare una società della uguaglianza e della solidarietà; quella società che l’autonomia mette a sistema quotidianamente e compiutamente». Incisivo pure l’intervento della professoressa Valeria La Paglia per la quale «la scuola vive una grande sfida ormai da diversi anni. L’apprendimento scolastico è soltanto una delle forme di apprendimento dei nostri ragazzi. In una società così ricca di stimoli e di opportunità, la scuola ha il compito di dare senso alla varietà delle esperienze dei nostri ragazzi. E non è un caso che il dibattito si sia spostato ormai da diverso tempo da “cosa apprendere” a “come a prendere”; cioè fornire gli strumenti operativi che facciano sì che gli studenti possano costruire la propria identità e di utilizzare gli stessi nell’approccio alla vita». E continuando la professoressa Valeria La Paglia ha ribadito che «compito della scuola è quello di valorizzare l’identità di ciascuno, la centralità dello studente, Questo è il momento storico del passaggio dall’approccio trasmissivo all’approccio di tipo partecipativo. L’obiettivo principale è, dunque, nella nostra scuola la valorizzazione dell’identità di ciascuno». Molto apprezzato anche l’intervento della professoressa Carmela Piraino che, a chiosa degli interventi dei dirigenti scolastici, ha ribadito «che compito della scuola, luogo privilegiato e imprescindibile nella vita di ciascuno, è quello guidare gli alunni a prendere coscienza di se stessi e quindi, attraverso sé, degli altri. E dal comprendere si giunge all’amare».

Il convegno è stato il momento e l’occasione unica di incontro con una personalità di eccezionale levatura e di grandissima esperienza che ha dialogato con i Dirigenti scolastici, i docenti, i numerosissimi studenti, in una trama sostenuta dai contenuti portanti del libro del padre dell’Autonomia Scolastica, primo fra tutti l’amore per la scuola, che da sempre caratterizza il pensiero e l’operato di Luigi Berlinguer. Tra i temi: il diritto all’istruzione, l’autonomia del sapere, la costruzione della cittadinanza e, quindi, la loro rilevanza sociale ed europea: cioè l’assegnare rilievo e peso sociale alle istanze garantiste di libertà, gettare una luce nuova e veramente moderna sulla prospettiva europea, su un progressismo sensibile al consolidarsi sociale ed europeo della cultura, dello studio, del sapere e, quindi, dell’intelligenza. E, infine, acculturare la libertà; libertà colta, cioè: si investe così la persona, la cultura e la democrazia; una vera cittadinanza istruita. Investire nella persona comporta, inoltre, l’assunzione anche di un altro obiettivo prioritario: si vuole dare un contributo vero all’Europa e ai cittadini europei. «Costruire i cittadini d’Europa significa costruirli su fondamenta comuni, per favorire la comprensione della varietà dei modi di vita, la frequenza dei rapporti fra di loro, per conoscersi, per comunicare, per agire in comune, entro una prospettiva storica comune  ancorché proveniente spesso da origini diverse. Qualcosa, forse, andrebbe davvero modificata nel nostro Paese. L’articolo 1 della Costituzione, per esempio: L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro e sul sapere. Sì, proprio sul sapere e sull’amore per il sapere» ha concluso, nel salutare gli ospiti, il presidente del Rotary Antonio Fundarò.