Tra il 2014 e il 2019 la quota di giovani di 14 anni e più che non partecipano alla vita politica è passata dal 18,9% al 23,2%. La partecipazione politica avviene in modo soprattutto indiretto, cioè informandosi o parlandone (74,8%) e poco per via attiva (8,0%). I giovani sono i più coinvolti dalla politica attiva, il 14%, in età tra i 14 e i 24 anni, ha partecipato in modo diretto, soprattutto andando a cortei (12,8%). Questo è il quadro delineato dall’Istat e che ha spinto l’organizzazione umanitaria HRYO ad avviare un progetto, Empower Youth 3.0, in linea con gli obiettivi del programma Erasmus, per rafforzare la partecipazione dei giovani alla vita sociale e politica, avviare un dialogo con loro, promuovere la cittadinanza attiva e la consapevolezza dei valori europei, accrescendo la fiducia nelle istituzioni, con riferimento locale, nazionale e europeo.
“Empower Youth 3.0” parte dal presupposto che i giovani sono i responsabili dello sviluppo della loro comunità locale e costituiscono un valore per la società e allo stesso tempo un motore per il suo miglioramento. “Aumentare la partecipazione proattiva dei giovani alla vita democratica è più che una necessità – dice Marco Farina, direttore di HRYO -, è l’unica strada a disposizione per migliorare la nostra società. Noi abbiamo puntato sull’utilizzo di nuove tecnologie, l’interazione con le autorità pubbliche e incontri che danno loro l’opportunità di discutere di questioni civili e politiche per favorire la fiducia nei confronti di istituzioni aumentare nel contempo il loro impegno”.
Il progetto si è sviluppato in questi mesi a Palermo, registrando l’adesione entusiastica della comunità scolastica dell’Istituto Benedetto Croce di Palermo. Diversi i tipi di attività proposti: incontri, discussioni, workshop pratici, incontri online, simulazione del processo decisionale e l’avvio di iniziative da parte dei cittadini. “Abbiamo cercato di sensibilizzare sulle opportunità nel campo del volontariato e della solidarietà, incoraggiando esperienze, mobilità e comprensione interculturale”, aggiunge Melania Ferrara, responsabile per HRYO del progetto. E non è mancata l’attenzione all’inclusione dei giovani con minori opportunità a rischio di sotto rappresentazione.
I ragazzi coinvolti frequentano la scuola superiore e si trovano in quella fase di vita in cui è importante acquisire consapevolezza sull’essere un membro attivo della società, sull’importanza che il contributo del singolo ha sulla partecipazione alla vita comunitaria e le opportunità che da essa derivano. Crediamo che a questa età i giovani siano in grado di riflettere e discutere questioni politiche e del loro futuro al fine di aumentare la consapevolezza della propria cittadinanza italiana e europea. Interessanti, soprattutto, i laboratori, nei quali i partecipanti hanno sviluppato la propria capacità di policy making sulle tematiche di genere, argomento scelto dagli stessi studenti dopo un lungo confronto di gruppo.
“La collaborazione con HRYO, ormai consolidata, ha offerto ai nostri allievi stimolanti percorsi di orientamento e di acquisizione di una più profonda consapevolezza nella lettura e nell’interpretazione autentica e autonoma delle questioni più attuali della nostra società – dichiara Clara Falcone, membro dello staff di dirigenza e responsabile della progettazione europea del Liceo Croce -. L’approccio non formale con cui gli operatori di HRYO hanno avvicinato e proposto le diverse attività ai ragazzi è stato senza dubbio un metodo che ha permesso loro di esprimersi in piena libertà, senza il timore del giudizio da parte degli interlocutori cui solitamente possono essere abituati. Insomma – conclude l’insegnante -, una collaborazione che ci auguriamo possa continuare ancora proficuamente in futuro”.