Cinema: Lodo Guenzi nella banda di “Criminali si diventa”

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C’è anche Lodo Guenzi nella banda di “Criminali si diventa“, girato nelle Marche, che uscirà nei cinema italiani a partire dal 5 maggio prossimo. 

Teatro, cinema, musica e poi ancora cinema. Nel bel mezzo di tutto questo ci sono stati per Lodo Guenzi riconoscimenti e premi vinti, una partecipazione al Festival di Sanremo 2018, con la band “Lo Stato sociale”, con quella che è diventata, poi, la hit dell’estate. 

Ancora, è stato uno dei giudici del talent X Factor e presentato l’edizione del 2019 del concerto del 1° maggio. 

Ultima quindi l’interpretazione del personaggio Arduino, detto Benfatto, nella pellicola per la regia di Luca Trovellesi Cesana e Alessandro Tarabelli, “Criminali si diventa”.

Durante il lancio del film lo abbiamo raggiunto per una chiacchierata, scoprendo con sorpresa le sue aspirazioni per i prossimi ruoli.

Ciao Lodo, quanto ti somiglia il personaggio di Arduino interpretato in “Criminali si diventa”?

“È un’identità che non mi rispecchia: è un nerd, è ordinato, fuma le canne e per questo si conquista il nomignolo Benfatto. Ecco, io sono l’opposto, i personaggi messi in campo hanno delle identità ben precise, spesso passano sopra alle persone che l’interpretano”.

Arduino è uno dei complici della banda messa su da Elettra, com’è stato lavorare con l’attrice Martina Fusaro?

“Sono stato presente dal primo ciack, e con tutto il cast mi sono trovato bene. In particolare, con Martina all’epoca delle riprese avevamo un punto in comune: ci siamo trovati a girare una delle prime scene in macchina e non avevamo la patente. Non guido per scelta, amo molto girare in motorino e in quel momento si è creata un’atmosfera simpatica, che ha fatto un po’ da rompighiaccio”.

L’intero film è girato nelle Marche, com’è stata come esperienza?

“Il cinema negli ultimi tempi si sta muovendo. Come protagoniste dei set ci sono città della nostra Italia che prima a ora, in alcuni casi, non avevano ricevuto un’attenzione simile. Girare nelle Marche è stata una bellissima esperienza, qui la gente si muove molto e si diverte”.

Mentre, con la regia che ricordo hai delle riprese?

“Confrontarsi con una doppia regia è stato molto interessante, essere guidato da un passo sia artistico  che rapido allo stesso tempo è stato un privilegio. Soprattutto è un po’ come vedere mamma e papà mentre discutono, per arrivare al dunque”.

C’è un momento o un ricordo del set che ti sei portato via?

“Più di uno. Sicuramente l’atmosfera e la troupe formata da persone giovani tra i 18 e i 22 anni, alla prima esperienza. Ognuno con una carica e un instancabile entusiasmo, che è bello sentire e ti fa lavorare con uno stimolo in più”.

C’è un ruolo che in futuro vorresti interpretare?

“Sì: il serial killer. Sono serio, con la mia faccia non solo mi ci vedo, ma considerando che sono figlio di una mamma giudice penalista, quindi, allevato nel garantismo più assoluto. Beh, sarebbe un’esperienza notevole”.

Tra musica e recitazione, dove ti senti più a tuo agio?

“Sono due cose diverse. Sono in grado di recitare, meno di fare musica. Il mio percorso è nato con la recitazione. Negli ultimi due anni, a causa della pandemia i concerti sono stati cancellati e sono risalito sul palco del teatro. Quindi, riprendendo quel lato di me, che avevo lasciato durante la notorietà che mi ha portato la musica”.