Quarto appuntamento con “Domeniche Civiche”: la musica da camera del Kleos Quartet

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Un corposo programma cameristico, legato in particolare alla letteratura quartettistica per flauto e archi, è la proposta del terzo appuntamento di “Domeniche Civiche”, che domenica 6 febbraio alle ore 18, nella Sala Grande del Politeama Garibaldi, vedrà protagonista il Kleos Quartet, impegnato in musiche di Mozart, Elgar, Dvořák, Bizet. 

Prosegue così il ciclo di concerti-incontri culturali-aperitivi promosso dalla Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana, un’iniziativa subito decollata in tempi record, già dopo la domenica inaugurale che il 16 gennaio ha ospitato il genetista Guido Barbujani e il Trio Kemonia, al quale ha fatto seguito il 23 gennaio la performance del Trout Quintet. Un successo dal crescendo esponenziale, che il 30 gennaio ha consigliato il trasferimento dalla Sala Rossa alla Sala Grande, più capiente e adeguata all’entusiasmante accoglienza riservata al narratore e drammaturgo Stefano Massini, affabulatore sapiente e acuto maître à penser, che ha conquistato la platea per poi lasciare la scena al Trio Anciuti.

“Domeniche Civiche” ha così attirato l’attenzione di un’utenza trasversale, interessato alla riflessione sui temi di maggiore attualità come all’ascolto dal vivo della musica camera. L’iniziativa, concepita dalla direttrice artistica Gianna Fratta come un secondo cartellone da affiancare alla stagione concertistica in corso, intende proprio aggregare la cittadinanza su tematiche di diffuso interesse e promuovere al contempo quel repertorio cameristico che esula in prima battuta dai programmi di un’istituzione sinfonica. Via libera allora ad un’operazione che offre al pubblico i tesori di uno scrigno inesauribile di spartiti, sui quali gli stessi professori d’orchestra si sono formati o continuano a scoprire nel loro work in progress. È il caso degli elementi dell’Orchestra Sinfonica Siciliana, che trovano in “Domeniche Civiche” un’ulteriore e non meno esaltante occasione per esprimere il proprio talento.

Emblematica appare l’esperienza del Kleos Quartet, formato da Debora Rosti (flauto), Ivana Sparacio (violino), Giuseppe Brunetto (viola), Sonia Giacalone (violoncello). Costituitosi nel 2013 per iniziativa spontanea di questi musicisti dell’Oss, l’ensemble ha al suo attivo molte esibizioni nell’ambito di diverse rassegne musicali, in Italia e all’estero, per conto della Foss e dell’Assessorato Regionale al Turismo. Il Kleos nasce con l’obiettivo principale di promuovere il ruolo delle donne nella società. A tal proposito si citano le collaborazioni con l’associazione Le Donne Onlus, per la presentazione del libro ‘Ferite a morte’ di Serena Dandini con la presenza dell’autrice, e con l’A.i.L. in occasione di un evento nazionale tenutosi a Palermo.

Composto da artisti dalle esperienze personali fortemente legate alla musica da camera, il gruppo ha un repertorio che spazia nei secoli, frequentando repertori che vanno dal barocco alla musica contemporanea.

Per “Domeniche Civiche”, il Kleos ha concepito un percorso che parte da Mozart, di cui verranno eseguiti i primi due dei quattro Quartetti che il Salisburghese scrisse per l’organico in questione. Entrambe le composizioni risalgono al periodo di Mannheim e sono frutto della commissione del flautista dilettante olandese Ferdinand Dejean.

L’autografo del Quartetto n.1 in re maggiore KV 285 – un capolavoro assoluto e innovativo sia per la distanza dallo stile galante che per l’invenzione tematica – porta la data del 25 dicembre 1777. Il ruolo del flauto è dominante in tutti e tre i movimenti. Nell’Allegro gli interventi di viola e violoncello sono per lo più di natura ritmica, soltanto il violino viene brevemente equiparato allo strumento a fiato. Soggiogare è l’Adagio in si minore, così dolcemente malinconico, «forse il più bel “solo” accompagnato che sia mai stato scritto per flauto», come sottolinea il musicologo Albert Einsten. Il Rondò finale è particolarmente impegnativo per il violino, lanciato in “perpetuum mobile” che rincorre senza raggiungerlo il protagonismo del flauto. 

Il Quartetto n. 2 in sol maggiore K 285a, di cui non rimane il manoscritto, fu composto tra il 1777 e il 1778, ma venne pubblicato postumo in parti separate, Andante e Minuetto, con l’inserimento dell’Allegro del K 285, circostanza che rende interessante l’ascolto contestuale dei due Quartetti.

Il pomeriggio musicale prevede anche la trascrizione di brani celeberrimi e che non hanno bisogno di presentazioni, come il romantico “Liebesgruß” che Elgar dedicò nel 1888 alla fidanzata e futura moglie. Fu l’editore Schott a tradurre il titolo nel francese Salut d’Amour, con il quale è più conosciuto un autentico gioiello che ha ispirato tante trasposizioni per formazioni molto diverse, come quella di Faser adottata da Kleos. 

Altra interessante trascrizione, siglata da Dobrinescu, è quella del Romantische stücke op. 75 n. 1 di Antonín Dvořák. Per finire con l’incandescente Carmen suite, in cui le musiche di Georges Bizet rivivono in una fusione sensuale e tragica nell’arrangiamento di Kowalenski.