“Rosa stacca la spina” (Edizioni Effedì) è il nuovo romanzo dello scrittore Igor Nogarotto, in libreria dal 2 febbraio, già disponibile sugli store digitali
È il secondo libro dell’autore dopo il successo del romanzo d’esordio “Volevo uccidere Gianni Morandi” che divenne un caso mediatico: Igor, a causa del titolo, ricevette minacce di morte. Il nuovo romanzo “Rosa stacca la spina” in pochi giorni è già nella TOP100 di Amazon, attualmente alla 38° posizione della Narrativa Italiana.
Come ci spiega Igor: “I due protagonisti, a distanza di molti anni dalla fine della loro relazione, si ritrovano in una clinica. Rosa è gravemente malata. Insieme ripercorrono i ricordi della coppia, in una tessitura che gioca con il flashback, tra ironia e pianti, tra commozione e goliardia. Nel romanzo, come si evince dal titolo, si accarezzano anche le delicate tematiche del suicidio assistito e dell’eutanasia”.
Leggendo la sinossi: “Rosa stacca la spina” è un romanzo rosanero graffiato di humor ed elegante erotismo, è la realizzazione della storia d’amore che tutti sogniamo, è una magia che si avvera, ma che corre costantemente in bilico tra la vita e la morte, sul filo sottile di un esito imprevedibile. La “spina” di Rosa potrebbe staccarsi, ma nell’ambivalenza della sua omonimia scioglie il confine tra eutanasia e metafora esistenziale, divenendo il simbolo della catarsi dei personaggi, rinascita che sublima il senso stesso dell’esistenza umana ridisegnando il perimetro di demarcazione tra i concetti mortale e immortale.
In radio il brano collegato al libro dal titolo “Una cosa sola”, la canzone simbolo del romanzo che Igor dedica alla protagonista, Rosa. Protagonisti del video Guglielmo e Oriana una coppia che sta insieme da mezzo secolo. Si sono messi in gioco per dimostrare che l’amore non ha età e che il sentimento può durare nel tempo, nonostante tutte le difficoltà. Gli amanti si baciano ininterrottamente per più di 4 minuti, suscitando passione e tenerezza, che sono evidentemente gli ingredienti capaci di preservare l’amore, in quella che non si traduce in una frase fatta e retorica, ma che in questo caso diviene la realizzazione della profezia del “per sempre”.