La notte tra l’8 e il 9 gennaio 2022 alcuni malviventi hanno fatto irruzione al Centro Antiviolenza del Centro di Accoglienza Padre Nostro a Brancaccio, sfondando con un masso il vetro della porta secondaria che si affaccia in un piccolo cortile, sovrastato dall’alta ciminiera. Questo cortile ogni anno, da più di 7 anni, ospita il presepio che raffigura la natività.
“Un brutto segnale, che certamente non farà intimorire le centinaia di volontari, operatori e soci che animano da 28 anni il Centro di Accoglienza Padre Nostro; ma certamente un gesto che sa di sfida e che vuole dimostrare che quando vogliono, agiscono in maniera indisturbata, complici la solita indifferenza o omertà di chi sente, vede e non parla”. Affermano dal Centro di Accoglienza Padre Nostro di via San Ciro.
Venuto a conoscenza dell’accaduto, il Presidente del Centro di Accoglienza Padre Nostro Maurizio Artale ha contattato le Forze dell’Ordine, che sono intervenute con l’ausilio della Polizia Scientifica.
Unanime il coro di condanna dalle Istituzioni e dalla politica. «Mafiosi e delinquenti comuni sanno che il Centro antiviolenza di Palermo, fondato dal Beato Pino Puglisi, è punto di riferimento e simbolo di legalità in un quartiere con mille problemi come quello di Brancaccio. Ma dovrebbero sapere anche che gli operatori e i volontari del Centro, assieme a tutti i cittadini che usufruiscono dei suoi servizi, non si fanno intimidire da atti vandalici. È la conferma di quanto questo presidio di generosa assistenza alla comunità dia fastidio a chi vorrebbe continuare a vivere nella illegalità. Al presidente Maurizio Artale, a tutti i soci del Centro di accoglienza Padre Nostro, la solidarietà mia e del governo regionale, con l’auspicio che gli autori dell’ennesimo raid vandalico siano individuati al più presto» ha affermato il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.
“Ancora un raid vandalico nei locali del Centro Antiviolenza annesso al Centro di accoglienza Padre Nostro fondato da don Pino Puglisi. Un luogo che è punto di riferimento per i valori di legalità e giustizia, e che esprime concretamente, grazie al lavoro quotidiano degli operatori e dei tanti volontari, il cambiamento culturale della città. Si tratta di un gesto intollerabile che tutta l’Amministrazione comunale condanna duramente. Sono sicuro che i cittadini, i tanti volontari, gli operatori della struttura e il presidente Maurizio Artale, a cui esprimo la mia solidarietà e vicinanza, non si faranno intimidire da simili azioni vandaliche che non arrestano certamente lo straordinario cammino di legalità intrapreso dal quartiere di Brancaccio. Auspico che gli autori del raid che offende gravemente la memoria e l’impegno del Beato Pino Puglisi vengano presto individuati dalle Forze dell’ordine e consegnati alla giustizia”. Ha dichiarato il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando.
Solidarietà anche dal consigliere del Movimento 5 Stelle, Antonino Randazzo che ha dichiarato: «Ancora una volta mani di incivili hanno vandalizzato Centro Antiviolenza “Beato Giuseppe Puglisi” a Brancaccio. Da parte del Movimento 5 Stelle e certamente da parte dell’intera città di Palermo giunge la massima solidarietà e la netta condanna per un nuovo increscioso episodio che offende il percorso e la memoria di Don Pino Puglisi. Siamo certi che gli inquirenti sapranno individuare gli autori di questo atto di inciviltà che non rappresenta la stragrande maggioranza dei palermitani che, ognuno per la propria parte, lavora ogni giorno al contrasto della criminalità organizzata e a difesa della legalità e della cultura antimafiosa».
“Un simbolo di legalità e di riscatto subisce un nuovo colpo in un quartiere difficile come quello palermitano di Brancaccio. Esprimo la mia piena solidarietà al Centro Padre Nostro e a tutti quei volontari che giorno dopo giorno fanno sacrifici per contribuire alla rinascita del quartiere, per aiutare chi è in difficoltà e per accogliere tutti coloro che hanno subito violenza”. A dirlo è il deputato siciliano del Partito Democratico, Carmelo Miceli. “Mi auguro – aggiunge Miceli – che la magistratura riesca prima possibile a inquadrare il contesto in cui è stato consumato questo vile gesto e ad assicurarne gli autori alla giustizia”.