Chiudono i conventi, poche vocazioni di frati e suore in Sicilia

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La Chiesa in “crisi di organico”. A oggi sono sempre meno i giovani in Italia che decidono di prendere i voti e diventare preti e suore. Pochissimi anche quelli che decidono di diventare frati. Così le chiese e i conventi si svuotano col rischio della chiusura definitiva, con un punto di non ritorno.

Il processo di secolarizzazione investe in pieno la Sicilia. Emblematico è il caso dei frati Cappuccini, ma non solo. Tra Siracusa, Messina e Palermo, i cappuccini stanno sempre più diminuendo. L’età media avanza e non ci sono nuovi giovani frati a dare il ricambio generazionale nella casa ecclesiastica.

Ad Alcamo, per esempio, è stato chiuso il convento delle suore benedettine cassinesi per mancanza di nuove religiose, e a Mussomeli, nel nisseno, ha chiuso il convento. Al convento dei Cappuccini di San Giovanni Gemini, in provincia di Agrigento, di frate ne è rimasto soltanto uno solo. Al momento la struttura religiosa sarebbe sull’orlo della chiusura. Impossibile reggere con solo un frate tutto il sistema.

Tra le cause che portano a questo rapido abbandono dei conventi, viene annoverata tra i religiosi al primo posto “la crisi sociale” e “il mutamento nella scala dei valori, nella visione della vita, nei modelli di comportamento”. Lo conferma anche l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, “Viviamo purtroppo in una secolarizzazione in cui non siamo più abituati a coltivare anche la dimensione spirituale”.