Sarà un’edizione contrassegnata da una ricca presenza di ospiti e anteprime. Documentari da tutto il mondo ma anche tante occasioni di incontro – talk, giochi, mostre e performance teatrali – che dal 5 all’11 luglio animeranno i Cortili e la Sala delle Verifiche del Complesso Monumentale dello Steri per la sedicesima edizione di Sole Luna Doc Film Festival.
Il programma è stato presentato in conferenza stampa alla presenza del Rettore Fabrizio Micari, dal direttore scientifico Gabriella D’Agostino, antropologa dell’Ateneo palermitano e dai direttori artistici Chiara Andrich e Andrea Mura: 40 le proiezioni in calendario per il pubblico in presenza tra film in concorso e fuori concorso a cui si aggiunge un palinsesto pomeridiano di appuntamenti dedicati a progetti, associazioni e laboratori per i più piccoli, per tornare a incontrarsi dopo mesi di isolamento forzato.
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Sole Luna Doc Film Festival, organizzato dall’Associazione Sole Luna Un Ponte tra le Culture ha ricevuto anche quest’anno la Medaglia del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il patrocinio del Ministero della Cultura e del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale.
18 i film in concorso – 8 lungometraggi e 10 corti – di cui 12 anteprime. Titoli che saranno trasmessi anche in streaming su Open DDB, la prima rete distributiva di produzioni indipendenti in Europa (www.openddb.it), seguendo la programmazione del Festival e lasciando in visione i film per 48 ore in modo da coinvolgere un pubblico sempre più ampio e diversificato. La difesa dell’Ambiente e l’energia pulita, come già annunciato, saranno le parole chiave di questa edizione con la rassegna fuori concorso Ambiente Doc ma anche con l’evento speciale che aprirà la serata inaugurale del 5 luglio alle 21 con lo speech del giornalista, oggi direttore di Rai Documentari, Duilio Giammaria, dal titolo “One World. Documentari. Dalla scoperta del mondo alla consapevolezza dell’ambiente”, promosso e organizzato insieme ad Enel Green Power, leader mondiale nella produzione di energia da fonti rinnovabili e main sponsor del Festival. Un viaggio di immagini e parole per comprendere quanto l’uomo si sia allontanato dalla natura e cosa può ancora fare per riparare ai mali provocati, prima che sia troppo tardi. Tra i film tematici sull’ambiente, il pluripremiato The great green wall di Jared P. Scott (Regno Unito, 2019, 91’) che racconta l’impegno appassionato della musicista maliana Inna Modja per sostenere il progetto della Grande Muraglia Verde dell’Africa, pensato per frenare il processo di desertificazione in atto.
«E’ un momento di ripartenza per tutti e noi ci inseriamo con questa iniziativa particolarmente importante. Lo Steri riapre con l’allestimento della Vucciria, la visita alle Carceri e tante altre iniziative volte a dare un segnale forte della volontà da parte di tutto il complesso monumentale di agire per il bene della città. Ospitare quest’anno il Festival allo Steri ci consente di rafforzare, nella nostra sede più prestigiosa e simbolica per la storia di Palermo, le azioni per la salvaguardia dei diritti umani che abbiamo intrapreso con tante iniziative e per ribadire il nostro impegno di disseminazione educativa e culturale nella società e nel territorio», dice il rettore Fabrizio Micari.
«Torniamo allo Steri dopo 10 anni – dice Lucia Gotti Venturato, ideatrice del Festival e presidente di Sole Luna – un ponte tra le culture, l’associazione organizzatrice della rassegna – e lo facciamo ponendo l’accento su un tema importante come la salvaguardia dell’ambiente di cui comprendiamo l’estrema urgenza. Il Cinema del reale in questo senso può fare molto contribuendo con le sue narrazioni, a produrre comportamenti più sostenibili». Hanno portato il loro saluto al Festival anche Maurizio Caracci dell’ufficio di gabinetto dell’Assessorato regionale all’Istruzione e Rosario Perricone, direttore del Museo delle Marionette Antonio Pasqualino tra i partner del Festival.
“Un Festival molto importante per la città di Palermo che accoglie sempre con entusiasmo queste iniziative che portano il capoluogo a fulcro ed epicentro della cultura. Un festival itinerante che che fa dialogare le culture tramite il confronto su tematiche attuali quali la sostenibilità e l’ambiente. Che lo Steri ospiti questa manifestazione ha un valore altamente simbolico poichè l’Università è della città ed è, essa stessa, città” ha commentato l’assessore alle Culture del Comune, Mario Zito.
Tante le novità di questa edizione: dalla Rassegna JCC DOC sul cinema Africano e del Mondo Arabo il collaborazione con le Journées cinématographiques de Carthage (JCC), uno dei più importanti eventi dedicati al Cinema del reale in Africa e nel mondo, agli omaggi alle registe Cecilia Mangini e Valentina Pedicini, da poco scomparse, di cui saranno proiettati gli ultimi film, fino all’anteprima assoluta dei lavori realizzati da 9 giovani autori allievi del Centro Sperimentale di Cinematografia – sede Sicilia durante il lockdown con i materiali dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico.
In occasione della serata inaugurale sarà, inoltre possibile degustare un vino prodotto dalll’Università degli Studi di Palermo che assieme ad imprenditori, docenti e studenti, ha dato vita ad un progetto che ha come fine quello di produrre vino da uve Catarratto per raccontare la cultura del territorio. Il gruppo di lavoro, battezzato “Sicily, Wine Lab”, costituito da giovani ricercatori del corso di laurea “Mediterranean Food Science & Technology” del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali è stato avviato nel 2019, ponendosi come primo obiettivo la produzione di un vino Catarratto ad elevata complessità aromatica. Studiare e far conoscere l’uva a bacca bianca più diffusa in Sicilia.
” Straordinario scoprire come dalla stessa tipologia di vitigno, grazie alla sperimentazione, si possono ottenere vini con diverse espressioni sensoriali ognuna con la propria identità che coincide perfettamente con quella del territorio. L’amore per la produzione del vino da parte del gruppo di ricerca, viene trasmessa attraverso il vino Catarratto che ha il potere di raccontare, attraverso la sua complessità aromatica, il territorio della Valle dello Jato. Il Catarratto diventa alla stregua di un film, la cui pellicola racconta frame dopo frame, una storia, un racconto emozionante che ha il potere di rapire i sensi” ha detto Nicola Francesca, Coordinatore del gruppo di ricerca Sicily Wine Lab dell’Università di Palermo.
In programma anche numerosi eventi speciali: da Dark Matter Cinema Tarot, “gioco” collettivo ideato dagli artisti e film-maker Silvia Maglioni e Graeme Thomson attorno al cinema e il suo immaginario alle proiezioni realizzate in collaborazione con SIAC, la Società di Antropologia culturale. Ancora, un assaggio delle produzioni musicali dell’associazione per la musica contemporanea Curva Minore e i talk con le personalità che compongono la giuria internazionale: dal produttore musicale Ian Brennan e la fotografa e video maker Marilena Umuhoza Delli impegnati per fare emergere a musicisti originari di Paesi svantaggiati alla giornalista e scrittrice Nadeesha Uyangoda, in prima linea sul fronte dei diritti delle seconde generazioni. Tante anche le esperienze della sezione “Creare Legami” all’interno della quale è in programma (chiuderà il Festival domenica 11 alle ore 19,30), l’anteprima nazionale della performance teatrale Free to be di Raizes Teatro: un viaggio intorno al mondo, immerso nella musica e tra le parole di attivisti assassinati, incarcerati o imbavagliati dal potere e dedicato a Shady Habash, Roman Bondarenko, Nasrin Sotoudeh, Sarah Hegazi, Loujain Al Hathloul, Patrick Zaki e Marielle Franco, e si è ispirato alle loro parole e alle loro opere. Infine, lo spazio Kids del sabato pomeriggio con un laboratorio ludico di scrittura araba e la proiezione de “I racconti di Giufà” dell’arabista Alessandra Amorello che attraverso le storie di Giufà fa conoscere l’italiano ai bambini stranieri e l’arabo ai bambini italiani, creando un ponte tra culture differenti. Contemporaneamente Marzia Raimondo nota sui social come @increlibrile terrà un breve incontro sulla letteratura inclusiva per l’infanzia dedicato alle mamme e ai papà. Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso gratuito con prenotazione su Eventbrite (info: www.solelunadoc.org).
I film in concorso: 12 anteprime dalla Sicilia al Tajikistan
«I film in concorso quest’anno – dicono i direttori artistici Chiara Andrich e Andrea Mura – provengono da ogni angolo del mondo, con una grande varietà di approcci stilistici e narrativi. Gli otto lungometraggi sono un viaggio che parte dalla Sicilia con A Black Jesus di Luca Lucchese per arrivare, passando per il post colonialismo africano, in un villaggio isolato del Tajikistan dove si conservano tradizioni secolari nel film di esordio di Anisa Sabiri Rhythms of lost time. Un’attenzione particolare è dedicata allo sguardo femminile che riesce a raccontare con profondità la ricerca del proprio posto nel mondo e della propria identità. I cortometraggi spaziano per stile dall’animazione alla finzione attraverso il fil rouge della rappresentazione del reale. Sono storie di persone, di luoghi che portano l’attenzione su temi centrali della nostra società, dalla questione palestinese alla pena di morte, dalla questione di genere al sentimento dell’esiliato, dall’educazione militare alla relazione di coppia»
Mai come in questa edizione il Festival sarà trampolino di lancio per giovani registi e registe, approdo di produzioni rimaste nei cassetti a causa del Covid e che saranno presentate in anteprima al Sole Luna Doc Film Festival (ben 12 dei 18 film in concorso): 4 anteprime mondiali e 8 anteprime nazionali. Storie che spaziano dal racconto di episodi storici riletti attraverso materiale di archivio e vicende personali, a narrazioni del presente che esplorano condizioni di vita e luoghi pressoché sconosciuti.
Si inizia dalla serata d’apertura lunedì 5 giugno con il corto An uninterrupted view of the sea della nippo-americana Mika Yatsuhashi (Canada, USA, 2020, 15’) che attraverso vecchie fotografie, film in Super 8mm e documenti dell’Fbi, ripercorre la lotta intrapresa dalla sua famiglia durante la Seconda guerra mondiale per dimostrare la propria identità americana; e con Rhythms of lost time di Anisa Sabiri (Tajikistan, 2021, 45’) che affronta invece il tema della difficile sopravvivenza delle tradizioni in un mondo globalizzato, seguendo le ricerche del musicista inglese Leo Abrahams per ritrovare i canti e le danze tipiche di donne e uomini cresciuti nei villaggi del Tajikistan, in Asia centrale.
Ancora, martedì 6 alle 22,30, $ingapura di Lan Yu (Singapore 2019, 4’) ripercorre in pochi minuti la vita di Ah Hock, autista e simbolo di una generazione che, a Singapore, tra le città più care al mondo, lavora solo per sopravvivere e mantenere la propria famiglia. Anteprima mondiale anche per A place called Wahala di Jürgen Ellinghaus (Togo, Francia, Germania 2021, 55’) in programma giovedì 8 luglio alle 21 che racconta attraverso i ricordi sofferti della gente di Wahala, la storia di questo luogo, storico avamposto coloniale della Germania.
Mercoledì 7 sarà la serata delle anteprime nazionali. A partire dalle 21 nel cortile Abatelli si susseguiranno: A year in exile di Malaz Usta (Turchia, Siria 2020, 19’) che racconta il primo anno di un immigrato fuori dal suo piccolo paese e in una città metropolitana, in uno stato di shock emotivo; The golden buttons di Alex Evstigneev (Russia 2020, 20’) che documenta l’esperienza degli adolescenti che si iscrivono volontariamente alla scuola presidenziale dei cadetti, per poter servire nella Guardia Nazionale voluta da Putin; The village resist di David Bert Joris Dhert (Belgio, Brasile 2019, 54’) sulle pressioni subìte dalla comunità indigena urbana multietnica di Aldeia Maracanã a Rio de Janeiro per far spazio all’organizzazione della Coppa del Mondo Fifa 2014 e dei Giochi Olimpici di Rio 2016; mentre Fiancées di Julia Bünter (Svizzera 2019, 80’) porterà lo spettatore a Il Cairo mostrando attraverso il percorso di tre coppie verso il matrimonio, la strada obbligata dei giovani egiziani per conquistare l’indipendenza e lasciare la casa dei genitori.
Ancora anteprime nazionali, giovedì 8 luglio, con I Mary di Aliki Saragas (Sud Africa 2021, 76’), la regista sudafricana vincitrice dell’edizione 2018 con il film “Strike a rock”, che torna al Festival con un racconto lirico sulla storia di Reginamary Ndlovu: una vita di abusi sessuali e discriminazione a causa dell’albinismo, questa donna ha trovato il coraggio di raccontarsi in un talk show online. In programma venerdì alle 21,15 Never look back di Lupe Pérez García (Spagna 2020, 76’): le Ande e l’arte del flamenco, in un viaggio che ritrae la forza e la passione di Carmen, coraggiosa donna andalusa che, come tante prima di lei, emigra per seguirei suoi sogni.
Chiude la lunga serie A Black Jesus di Luca Lucchese (Germania 2020, 92’) girato in Sicilia: in un piccolo borgo, la popolazione venera da secoli la statua di un Gesù nero eppure quando Edward, diciannovenne ghanese ospite del contestato centro di accoglienza del paese, chiede di poter sollevare la vara e partecipare alla processione, dentro la comunità la scelta è tutt’altro che scontata. Alla proiezione in programma sabato 10 luglio alle 21,00 sarà presente anche il cantante Roy Paci che ha composto le musiche.