La voce è uno degli “strumenti” umani che più ci consente di esprimere le nostre emozioni e di trasmetterle agli altri. Non a caso proprio a questa splendida capacità espressiva tipica degli uomini ( ma non solo ) è dedicata una giornata in cui celebrarla.
Per la prima volta il “World Voice Day” è stato celebrato nel 1999 in Brasile su iniziativa di un gruppo di studiosi del linguaggio, medici e insegnanti di canto per sensibilizzare la popolazione circa l’importanza di aver cura della propria voce. Il successo ottenuto ha spinto anche il resto del mondo a dedicare il 16 aprile alla “Giornata Mondiale della Voce” arrivando, nel 2002, ad essere riconosciuta negli Stati Uniti con il nome World Voice Day.
Tutti gli esseri viventi hanno una propria ” voce” attraverso cui si esprimono ma gli uomini hanno anche la possibilità di modularla in base al proprio stato d’animo facendola diventare, persino, strumento d’amore attraverso il canto, le frasi bisbigliate all’orecchio e le ninne nanne sussurrate ai bambini o di odio attraverso le urla che esprimono rabbia e risentimento.
Lo sanno bene i “professionisti dell’ ugola” che hanno incantato il mondo intero con le loro voci. Da Frank Sinatra – non a caso soprannominato semplicemente “the Voice” – a Barry White, Aretha Franklin, Freddie Mercury, Whitney Houston, Stevie Wonder, Mina, Elvis Presley, ma anche le più recenti Adele e Beyoncè, solo per citarne alcuni.
Alla loro voce è dedicata, il 16 aprile, la Giornata Mondiale della Voce, o World Voice Day che ha, tra gli obiettivi, oltre a promuovere uno stile di vita sano, quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi che si incorrono nell’ignorare le possibili alterazioni, anche lievi, che possono colpire le corde vocali.
Mai come in questo momento storico di emergenza sanitaria globale la voce rappresenta, infatti, uno strumento indispensabile di comunicazione e socializzazione amplificato dalla rivoluzione digitale. Basti pensare ai messaggi vocali, amore e odio per milioni di italiani che appaiono divisi dinanzi a questo modernissimo “strumento” da molti considerato ” di tortura” da altrettanti “di salvezza”. Come sempre, basterebbe ricordare che, come dicevano i latini, “in medio stat virtus” e che, quindi, sarebbe sufficiente usare i messaggi vocali con parsimonia ricordando che il nostro interlocutore non è – nè intende essere – il contenitore di tutte le nostre frustrazioni e limitare questo strumento a messaggi rapidi, semplici e, soprattutto, utili sia al mittente che al ricevente. Senza contare che, dinanzi al piacere di fare e ricevere una telefonata quando si è lontani, non ci sono messaggi vocali che tengano!
Una giornata, dunque, che punta ad aumentare la consapevolezza sull’importanza della nostra voce e su come tutelare lo strumento principale che usiamo per interagire e relazionarci quotidianamente con l’ambiente che ci circonda ricordandoci quanto sia bello, ogni giorno, avere la possibilità di raccontarci attraverso una voce che è solo nostra e che ci rende riconoscibili alle orecchie di chi avrà il piacere di ascoltarla.