Finanziaria, Scavone: «Provvedimenti che restituiscono dignità alle persone»

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Stabilizzazione per i lavoratori del bacino Asu, fondi per la disabilità, contributo per gli stagionali. Numerosi gli interventi proposti dal governo Musumeci e approvati dall’Ars nella Legge di stabilità riguardanti l’area della famiglia, delle politiche sociali e del lavoro.

Dopo un quarto di secolo, sono stati stabilizzati i 4.571 lavoratori Asu impegnati nella Pubblica amministrazione: oltre ai 39,4 milioni di euro già stanziati, come negli scorsi anni, per il pagamento del sussidio, il governo regionale ha aggiunto ulteriori 10 milioni di euro per il 2021; invece saranno complessivamente 54 milioni di euro per il 2022 e altri 54 per il 2023. Approvato anche un contributo straordinario per i lavoratori stagionali dell’ambito turistico-alberghiero, grazie allo stanziamento di 10 milioni di euro provenienti da fondi Poc.

Una particolare attenzione alle persone con fragilità. Rifinanziati i fondi per la disabilità e la non autosufficienza: 165 milioni di euro per quest’anno e 290 milioni il biennio 2022-2023. Avvio di progetti integrativi, migliorativi e aggiuntivi in favore degli studenti con disabilità nelle scuole secondarie di secondo grado, per potenziare l’assistenza igienico-personale, con 5 milioni di euro. Promozione del contrasto alla violenza di genere: oltre 1 milione di euro all’anno per finanziare centri anti-violenza e case di accoglienza, ma anche percorsi finalizzati all’indipendenza economica delle donne vittime di violenza.

«La Finanziaria appena approvata – afferma l’assessore regionale alla Famiglia, alle politiche sociali e al lavoro, Antonio Scavone – offre una soluzione definitiva al problema drammatico di persone che da 25 anni vivevano nel precariato, che recuperano la loro dignità, la libertà, una serenità vera.  Vengono confermate e ampliate le risorse in favore delle disabilità gravissime e gravi, viene posta grande attenzione ai disabili nelle scuole, ma anche alle donne vittime di violenza, con interventi in favore delle strutture che le accolgono e finanziando il  “reddito di libertà”, un’opportunità per accompagnare queste donne verso l’autonomia».