Sono piuttosto allarmanti i dati emersi dall’indagine straordinaria della Banca d’Italia sulle famiglie durante la pandemia. Secondo il report, dall’inizio della crisi circa il 15% delle famiglie ha richiesto o pensato di chiedere “un prestito per disporre di liquidità”. “Quasi il 40% degli affittuari e oltre il 30% delle famiglie indebitate hanno dichiarato di avere difficoltà nel sostenere il pagamento dell’affitto o delle rate del debito“.
Oltre la metà della popolazione, si legge ancora nell’analisi, “vive in famiglie che dichiarano di non disporre di risorse finanziarie sufficienti a mantenere uno standard minimo di vita per almeno tre mesi in assenza di entrate, in linea con quanto rilevato in primavera. Più di un quinto degli individui si trova in questa condizione e ha contemporaneamente subito un calo del reddito familiare nel 2020“.
A causa della pandemia quasi un terzo delle famiglie italiane ha ridotto gli acquisti di beni alimentari e abbigliamento nei primi mesi del 2021. Tra questi, per circa la metà la contrazione della spesa sarebbe inferiore al 20%, per poco meno di un terzo sarebbe superiore al 30%”.
A questo dato si affianca un netto calo dei consumi che, il più delle volte, si rivolge verso beni di qualità inferiore, oltre che alla quantità. Le aspettative di flessione dei consumi interessano soprattutto i nuclei che al momento dell’intervista risiedevano nelle Regioni rosse e arancioni e anche poco più di un quarto di coloro che si aspettano un incremento di reddito nel 2021.
I comportamenti di consumo “continuano a risentire fortemente dell’emergenza sanitaria. La spesa effettuata a novembre per alberghi, bar e ristoranti è inferiore al periodo precedente la pandemia per circa l’80% delle famiglie; quella in servizi di cura della persona per circa due terzi di esse. La flessione dell’insieme di queste voci di consumo ha interessato in misura maggiore le Regioni che al momento della rilevazione erano in zona rossa e arancione“.