In concomitanza con l’arrivo della primavera è stata istituita, nel 2017, la Giornata Mondiale del Profumo dall’Accademia del Profumo giunta alla sua quinta edizione che quest’anno sarà all’insegna del digital, con eventi web e social in programma fino a domenica 21 marzo.
Ma non è tutto. Non a caso, infatti, il risveglio della natura e delle sue meraviglie in grado di ispirare gli animi più sensibili, oltre a coincidere con la Giornata mondiale della poesia è anche intitolata ad molte altre tematiche importanti a livello internazionale (come l’eliminazione delle discriminazioni razziali) e nazionale (nel nostro Paese è dedicata alla memoria e all’impegno per ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie).
Tra tutte le dediche che riguardano questa giornata, quella al profumo, sembra, tuttavia, calzarle alla perfezione perché l’olfatto è tra i sensi quello che, più di tutti, è in grado di evocare e risvegliare le emozioni.
Basti pensare che il termine profumo viene dal latino “per fumum”, che letteralmente significa “attraverso il fumo” e che le prime fragranze, le cui origini risalgono a circa 7 mila anni fa, consistevano, infatti, in aromi bruciati, come l’incenso, in offerta agli dei o agli antenati.
“Profumarsi è un gesto emozionante, che ci permette di stare bene, di esaltare la nostra personalità“, spiega la presidente di Accademia del Profumo, Ambra Martone. “È un gesto che spesso facciamo automaticamente – aggiunge -, senza neanche accorgercene, nei nostri rituali quotidiani“.
Tuttavia esistono delle regole ben precise per indossare il profumo. Una sorta di “galateo” in base al quale ogni essenza va sempre indossata con discrezione onde evitare che diventi invasiva o, persino, molesta a chi ci sta intorno. A raccomandarlo è la stessa Accademia del Profumo, che lo considera un “omaggio” da riservare soltanto alle persone fisicamente vicine.
Al fine di ottenere questo effetto è consigliato spruzzare la fragranza sul collo e sui polsi, i punti in cui “si sentono le pulsazioni del cuore” senza, tuttavia, strofinare ( soprattutto i polsi) poiché questo gesto disintegra le molecole del profumo, rompendone l’equilibrio.
Ultima, non per importanza, regola del “bon ton” in fatto di profumi riguarda il rispetto della privacy in merito al profumo altrui. Trattandosi infatti di una scelta strettamente intima e personale, per buona educazione, non bisognerebbe mai fare domande su quale si indossi lasciando che, eventualmente, siano gli altri ad “onorarci” di questa confidenza. In caso contrario sarebbe da considerarsi screanzato un po’ come chiedere l’età a una signora.