Con le Vie dei Tesori alle Grotte dell’Addaura chiuse da 24 anni alla scoperta dei graffiti

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Appuntamento da non perdere con le grotte dell’Addaura chiuse da 24 anni. Un’occasione per riscoprire i graffiti che uomini primitivi tracciarono in queste cavità nascoste nella montagna, ma da cui si intravede il mare.

Dalle grotte paleolitiche di 13mila anni fa, ci si sposterà al Museo archeologico Salinas per partecipare virtualmente ad una visita guidata dalla direttrice, Caterina Greco.

Le grotte vennero scoperte nella primavera del 1952: Giosuè Meli, giovane assistente della Soprintendenza, esplorava la zona con un suo amico medico. Meli cercava proprio grotte, sulla scia di scoperte analoghe di qualche anno prima a Levanzo. Ad un pastore incontrato, Giovanni Cusimano, chiede se ha mai visto antri con “pupazzi e disegni”. E il pastore lo porta nella grotta: una scoperta straordinaria e poco dopo Meli è davanti Iole Bovio Marconi, archeologa e direttrice del Salinas, per raccontarle la sua scoperta. La Bovio Marconi quasi non ci crede: nel ’47 con Bernabò Brea aveva condotto degli scavi proprio nella stessa zona, ma la grotta non era stata indagata, anzi era stata addirittura usata come magazzino degli attrezzi. Circola la voce che lo scoppio accidentale di alcune granate della seconda guerra mondiale, abbia portato alla luce i graffiti: poco importa, ma si iniziano a studiare le figure disegnate, corpi giovani e atletici, tra bovidi, cavalli selvatici e cervi; fanno parte di una scena complessa e denotano una mano già rodata. Alcuni archeologi – tra cui Sebastiano Tusa – indicarono nella scena, un sacrificio umano o una cerimonia “di iniziazione, dalla pubertà alla giovinezza” come può essere quello di un accennato “incaprettamento” (né più né meno ciò che sarebbe diventato in ambienti mafiosi, anche se il rito aveva ovviamente un significato del tutto diverso); altri studiosi, tra cui la Bovio Marconi, individuano invece acrobati o atleti durante riti di significato simbolico e magico. Le grotte sono chiuse al pubblico da 24 anni, quando l’ingresso divenne pericoloso perché cadevano massi dalla montagna. Si sta lavorando ad un progetto interistituzionale per la messa in sicurezza del costone roccioso, della strada di accesso alle grotte e per la valorizzazione delle grotte affidata proprio al Museo Salinas. “Una vera cattedrale paleolitica”, spiega la direttrice Caterina Greco; che potrebbe diventare uno dei luoghi più visitati della città, attirando visitatori appassionati da tutto il mondo.