San Valentino ai tempi del Covid: 5,3 milioni di italiani senza cene romantiche

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Niente cene romantiche per 5,3 milioni di innamorati che prima dell’emergenza Covid avevano scelto di festeggiare seduti a tavola nei ristoranti italiani che quest’anno sono costretti alla chiusura serale. E’ quanto stima la Coldiretti nel sottolineare che è superiore ai 200 milioni di euro la perdita subita da ristoranti, trattorie e pizzerie che possono aprire con servizio al tavolo solo fino alle 18,00 e solo nelle regioni gialle. Ed è boom di prenotazioni per le coppie a pranzo in queste realtà dove si trovano ben l’80% dei servizi di ristorazione per un totale di quasi 280mila ristoranti, trattorie e pizzerie aperti a livello nazionale secondo l’analisi della Coldiretti sulla nuova mappa dei colori con zone gialle, arancioni e rosse.

Un discorso a parte – sottolinea la Coldiretti – meritano gli agriturismi con quasi centomila italiani che hanno scelto di fare una breve fuga di amore per il solo pranzo o con pernottamento per l’intero weekend approfittando delle molte proposte, dalla cucina tipica ai menu a tema afrodisiaci o con fiori eduli ma anche l’offerta dei dolci a forma di cuore realizzati con ingredienti locali negli agriturismi di Campagna Amica. Gli agriturismi sono diffusi in modo capillare e consentono di rispettare il limite dei confini regionali ma essendo situati in zone isolate in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto, sono forse – precisa Coldiretti – anche i luoghi più sicuri perché è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche e donare il tradizionale omaggio floreale.

Le aperture a pranzo per San Valentino  rappresentano – sottolinea la Coldiretti –  una opportunità per oltre 46 milioni di italiani residenti nelle regioni gialle ma anche una boccata di ossigeno per le attività di ristorazione che si classificano tra quelle più duramente colpite dalle misure restrittive che hanno provocato un crack senza precedenti per la ristorazione che nell’ultimo anno per colpa ha quasi dimezzato il fatturato (-48%) per una perdita complessiva di quasi 41 miliardi di euro, secondo le stime Coldiretti su dati Ismea. Nelle regioni gialle la ristorazione al tavolo che – precisa la Coldiretti – è consentita solo dalle ore 5,00 alle 18,00 con la possibilità della consegna a domicilio, nonché fino alle ore 22 per l’asporto.

Nelle zone arancioni e rosse – ricorda la Coldiretti – è invece consentita la sola la consegna a domicilio o l’asporto. Gli effetti della limitazione delle attività di ristorazione – continua la Coldiretti – si fanno sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all’olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione – precisa la Coldiretti – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato. Il prossimo passo deve essere la possibilità in zona gialla di apertura serale per i ristoranti – continua la Coldiretti – anche alla luce del progredire delle vaccinazioni e delle importanti misure di sicurezza adottata, quali il distanziamento dei posti a sedere facilmente verificabile, il numero strettamente limitato e controllabile di accessi, la registrazione dei nominativi di ogni singolo cliente ammesso. La possibilità di apertura serale a cena – conclude la Coldiretti – vale l’80% del fatturato di ristoranti, pizzerie ed agriturismi.