Protesta degli studenti universitari siciliani. “Davvero vogliamo per l’ennesima volta subire passivamente questo silenzio? Come se ormai si fossero abituati. Che basta organizzare semplicemente la didattica e qualche servizio on-line per garantire la piena fruizione dell’università e tutelare il diritto allo studio. No, non è così.”, inizia in questo modo la protesta delle associazioni studentesche Sìamo Futuro Catania e Yousu Ragusa, che prendono una posizione sulle nuove chiusure previste per il ritorno del lockdown generalizzato.
LE PAROLE DEI GRUPPI
“A noi sembra che questo sia diventata una “scusa” per prendere tempo, per dire che tutto va bene- continua la nota con protesta annessa- quando in realtà si sono dimenticati di chi sta dietro a questi computer, di chi paga tasse universitarie che non sono state mai diminuite, di chi ha perso la bellezza e il valore di vivere l’università, di socializzare e crescere insieme ai propri colleghi”.
E infine arrivano le richieste: “Adesso chiediamo di programmare, di guardare oltre la siepe, di riprendere appena sarà possibile, subito. Non si può continuare a programmare la propria carriera nell’incertezza, senza sapere cosa accadrà nelle prossime settimane. La zona arancione impone di chiudere gli atenei, ma senza ascoltare le esigenze dei suoi studenti, di coloro che pagano servizi che attualmente non esistono. Il virus è imprevedibile e ci vorrà del tempo per sconfiggerlo, ma stiamo rischiando – concludono – di eliminare la parola futuro dalle nostre vite”.