“E ora vediamo quando muori”. Minacce alla prima infermiera vaccinata

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“E ora vediamo quando muori.” Queste sono state le parole che qualche leone da tastiera è riuscito a dedicare ferocemente all’infermiera, che giorno 27 dicembre, durante il V-Day, si è vaccinata all’ospedale Spallanzani di Roma. Claudia Alivernini, entrata nella cronaca italiana per essere stata la prima donna e infermiera vaccinata in Italia, si è ritrovata gremita di minacce di morte dai no vax.

La pioggia di insulti su pagine istituzionali e gruppi Facebook ha spinto l’infermiera dello Spallanzani a cancellarsi da tutti social network per tutelare la propria incolumità. Pur di non essere screditata dall’odio sulla rete ha preferito eliminare i suoi profili social, tra cui Facebook e Instagram. Non solo: oltre agli insulti dei no vax, fioccano i profili falsi creati a suo nome. Un vero e proprio attacco nei confronti della giovane, diventata senza accorgersene simbolo in Italia del vaccino e di una possibile rinascita grazie ad esso. 

Le parole sul Messaggero

La giovane infermiera ha dichiarato nelle pagine del Messaggero: “Ora vediamo, ho avuto la brutta sorpresa di ritrovarmi replicata in due falsi profili Instagram.” E ha inoltre detto: “Ora sto valutando in queste ore di denunciare l’accaduto alla polizia postale. Il reato è quello di furto di identità, senza contare le eventuali minacce di morte che mi hanno dato”.

Chi è Claudia Alivernini

Claudia Alivernini ha 29 anni. Lavora in un reparto di malattie infettive dello Spallanzani, ma in questi mesi di emergenza Covid ha anche curato a domicilio molti anziani. E’ laureata in Scienze infermieristiche alla Sapienza di Roma e la disponibilità a lavorare nelle unità mobili Uscar (le Unità Speciali di Continuità Assistenziale Regionale) l’ha portata, oltre all’esperienza in reparto, ad assistere anche anziani malati nelle loro dimore. Nonostante l’attività lavorativa sta proseguendo il suo percorso formativo con un master in infermieristica forense.