Gli Istentales presentano il nuovo singolo “Zustissia Mala – Libertà negata”

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Tornano sulla scena musicale italiana per raccontare il presente. La loro musica è denuncia sociale. Sono gli Istentales il gruppo etno-pop agropastorale più amato della Sardegna. Tornano con Zustissia Mala – Libertà negata un brano cantato da Gigi Sanna, leader del gruppo sardo, che racconta la vicenda giudiziaria di Beniamino Zuncheddu in carcere per 33 anni per la Strage di Sinnai dell’8 gennaio 1991 in cui persero la vita tre persone crivellate di colpi e il ferimento di una, sopravvissuta solo perché ritenuta morta, divenuta poi l’unico supertestimone di quella mattanza che ammette “Convinto da un poliziotto a riconoscere lui come l’assassino”.

“Zustissia Mala – Libertà negata” attraverso la voce di Gigi Sanna e le musiche di Davide Guiso è un manifesto accorato e un tributo ad un uomo che ha perso la cosa più importante che si possa avere: la libertà.

Da sempre gli Istentales ricalcano le problematiche tipiche della Sardegna: sequestri, emigrazione, faide, tematiche affrontate con rabbia e consapevolezza dei gravi disagi che recano all’immagine dell’isola.

Istentales non ha in Italiano una traduzione letterale propria. È una stella della costellazione di Orione, usata in antichità da pastori e contadini come punto di riferimento per le semine. È la prima stella che vediamo al tramonto e l’ultima che sparisce all’alba.

Il gruppo nuorese in 25 anni di attività vanta l’incisione di numerosissimi brani e tante tournée nelle carceri dell’isola ma anche in quelle italiane, tra cui Spoleto, Cagliari, Milano, Padova, Volterra, Sassari, Nuoro. Hanno scritto un libro che parla del carcere e creato così una musica di evasione.

Hanno collaborato negli anni con artisti del calibro di Nomadi, Vecchioni, Finardi, Bertoli, Tullio de Piscopo, Modena City Ramblers, Elio delle storie tese e Cristiano De André.

Il gruppo, composto da Gigi Sanna, Luca Floris alla batteria e Sandro Canova al basso, Francesca Lai ai cori, si è fatto apprezzare col tempo per i suoi messaggi di pura sardità che riconduce a immagini di vita quotidiana del mondo strettamente etnico.