Lo Sport Palermo presenta il suo “Re”: Giorgio Corona, una guida per i giovani

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Sport Palermo

Oltre 250 gol in carriera, esperienza e carisma ma soprattutto ancora tanto amore per il calcio e soprattutto per i giovani talenti. Un profilo dal curriculum di tutto rispetto, che gli è valso il soprannome di “Re”, a cui lo Sport Palermo affiderà per la stagione 2023-24 il ruolo di collante tra staff tecnico e gruppo squadra di tutto il settore giovanile verdefluoblu. Si tratta del palermitano Giorgio Corona, ex bomber, tra le altre, di Catanzaro, Catania e Messina, che dopo aver chiuso un’esperienza di tre anni con un’altra realtà palermitana si accinge a diventare il nuovo responsabile dell’area agonistica della squadra del presidente Francesca Terranova.

Quando ho finito di giocare sono rientrato nella mia stupenda Palermo, si torna sempre a casa volentieri – racconta Corona ai nostri microfoni -. Mi hanno chiesto di dare una mano al Borgo Nuovo, e ho accettato con entusiasmo. Nell’arco di tre anni siamo riusciti a portare 250 bambini, una cosa che non si vedeva da parecchio. Tuttavia negli ultimi tempi erano nate alcune incomprensioni, così ho deciso di lasciare.

Non ho mai fatto l’allenatore eccetto l’ultimo anno in cui i ragazzi me lo hanno chiesto – specifica -.  Abbiamo vinto tutte le partite tranne la finale, un vero peccato. Però non è la mia indole, mi piace più trasmettere ai giovani cosa ho fatto io nel calcio ricoprendo altri ruoli. Cerco spesso di parlare con loro, facendo capire prima di tutto come ci si deve comportare, e mi piace confrontarmi anche con le famiglie. 

Com’è nata l’idea Sport Palermo? Il direttore Carlo Valenti, che già conoscevo bene, mi ha chiamato e mi sono preso del tempo per pensare – prosegue “Re” Giorgio -. Poi ho accettato, per l’amore per il calcio e per i ragazzi ma anche per continuare a garantire una continuità lavorativa allo staff che da tre anni lavora con me e che mi ha dato tanto. Mi hanno chiamato parecchie società, ma io preferisco dare priorità alle persone, e Carlo è uno schietto e sincero come me. Inoltre lo Sport Palermo è una scommessa, e le scommesse a me piace vincerle.”

Giorgio Corona, in carriera anche sette gol in serie A con la maglia del Catania nella stagione 2006-2007

“Chi verrà con me? Come giocatori chi vorrà sarà ben accetto – sottolinea l’ex attaccante -. Di certo non ‘ruberò’ nessuno, essendo ragazzi che hanno fatto parte del nostro gruppo. Gli allenatori, invece, saranno coloro che erano con me a Borgo Nuovo e mi seguiranno anche in questa nuova avventura.  Non posso svelare nulla al momento, ma solo dire che certamente tra loro ci sarà anche ‘Tanino’ Vasari. Per il resto annunceremo tutto a tempo debito. Si tratta di gente di esperienza e qualità, anche se torno a ripetere che prima di tutto a me interessa il lato umano. Il calcio è ormai solamente un business, manca la riconoscenza che per me invece è un valore imprescindibile.

Prospettive? Prima bisogna capire cosa emergerà dai ripescaggi e dove saremo, ma in ogni caso l’idea di base non cambierà: dobbiamo crescere e cercare di ottenere risultati. Non ho una formula magica, tranne il lavoro. Alla fine parla sempre il campo, stando in silenzio e facendo i fatti. Ci vorrà tempo, al Borgo Nuovo in tre anni siamo riusciti a crescere con le stesse persone che adesso si occuperanno dello Sport Palermo. Ripartiremo da zero – conclude Corona – cercando di abbinare qualità a quantità. Poi con il passare del tempo la qualità dovrà prevalere, e in questo sarà fondamentale anche il confronto con il Ds Totò Tedesco, con cui siamo anche amici.

Al nuovo responsabile dell’area agonistica dello Sport Palermo, infine, abbiamo chiesto anche di raccontarci il rapporto con il figlio Giacomo, giovane punta di proprietà del Palermo ma nell’ultima stagione in prestito al Torino. “I ragazzi per arrivare a buoni livelli devono capire tante cose, e anche lui è un esempio in tal senso. Ha fatto esperienza ed è cresciuto parecchio, ma ne deve passare ancora di acqua sotto i ponti. Ho fatto con lui come faccio con tutti gli altri ragazzi, cercando di trasferirgli quanto ho appreso dalle mie esperienze. Nel calcio soprattutto quando girano i soldi c’è invidia e cattiveria, e alla fine a parlare è solo il campo”.

Giorgio Corona in compagnia del figlio Giacomo