SEMPLICEMENTE UNA SPERANZA, la lirica di AIRAM tra stupore e resilienza

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In un deserto fatto di guerra, indifferenza, alienazione, decidiamo comunque di restare. Nonostante tutto e tutti. “A inseguire la luna sul mare disegnandoci i nostri sorrisi”. Quando guardiamo con gli occhi del prossimo, quando impariamo la capacità di diventare altro e altri, prestiamo realmente ascolto, creiamo empatia. E questo atteggiamento fa la differenza.

«Il cambiamento non avviene mai per caso o per fortuna, ma attraverso esatte e specifiche strategie» spiega l’artista «Bisogna mettere buone condizioni e buoni semi, se si vuole coltivare umanità. Se si vuole dare davvero un senso alle vite di tutti. In realtà, stupisce anche l’amore, la possibilità di “guarire ferite”, la capacità di incontrarci ed emozionarci ancora. La nostra condizione di esseri umani stupisce sempre».

In zone marginali è possibile ancora la felicità, perché ognuno porta la speranza nella bellezza che ha dentro. Una consapevolezza che ha accompagnato il regista durante tutta la lavorazione del filmato SEMPLICEMENTE UNA SPERANZA, disponibile al link https://youtu.be/Q9FRSuF2JPI. Girate da Andrea Tomaselli nel territorio del catanese, le riprese partono dalla sommità dell’Etna.

L’idea trae origine dalla volontà di mettere in scena lo sfondo sociale sul quale nasce la canzone. Uno sfondo di desolazione, un deserto dove la vita sembra essere vietata. Eppure anche lì trova la sua strada per resistere. La speranza del titolo rimanda a quella leopardiana, che il poeta esprime ne La ginestra, poesia ambientata anch’essa su un vulcano (il Vesuvio). Una lirica che individua nell’amore tra le persone l’unica speranza possibile. E proprio le persone sono le protagoniste del video. In una narrazione tra privato e pubblico, nel segno totalizzante di quel sentimento.

Così, le tre generazioni della famiglia di AIRAM, diventano, durante la canzone, le tante generazioni che hanno dato vita a Einstein come al Calvero chapliniano. A David Bowie come al Budda. Alle antiche culture indigene come a quelle giovanili del ‘68. Personaggi straordinari che hanno saputo trovare luce invisibile agli occhi, che hanno saputo tenere vivi i nostri sorrisi, le nostre speranze.

Musicalmente concepito in un mood acustico, SEMPLICEMENTE UNA SPERANZA è stato realizzato, mixato e masterizzato da Riccardo Samperi presso TRP Music a Tremestieri Etneo (CT). Il singolo vanta la produzione artistica di Edoardo Musumeci. Coautore della musica con Maria Tomaselli, suona anche le chitarre acustiche ed elettriche e cura gli arrangiamenti assieme a Mario Pappalardo al piano. La batteria è di Angelo Spataro; il basso di Domenico Cacciatore; il violoncello di Alessandro Longo; la viola di Gaetano Adorno. La voce è quella inconfondibile di AIRAM.

Innamorata dell’arte, appassionata di libri, patita di cinema. Soprattutto quando alle immagini dei film si uniscono quelle melodie senza tempo. Si spengono le luci in sala, vanno via i pensieri pesi e si accende l’immaginazione, l’incanto, lo stupore. Per Maria Tomaselli, una laurea in Lingue e letterature straniere e quattro anni al Conservatorio “Vincenzo Bellini” di Catania, si è trattato di una scoperta. Nuovi mondi, nuove emozioni, un altro modo di comunicare attraverso un diverso linguaggio. Il pianoforte di zia Amalia è il primo passo verso la musica. Quando capitava che i genitori la portavano a farle visita, restava seduta davanti a quei tasti bianchi e neri. Ne era completamente attratta, rapita. E, in quel mondo, si sente a proprio agio, sta bene, è solo e soltanto sé stessa.

Oggi la siciliana Airam non ha paura di mettersi a nudo. Esce allo scoperto con un progetto di ampio respiro e il 4 dicembre 2022 pubblica Zone marginali, il primo singolo estratto dall’album omonimo. A quello, il 1° febbraio 2023, segue L’illusione e il 20 aprile Semplicemente una speranza. I tre brani anticipano un disco d’autore prodotto artisticamente da Edoardo Musumeci e realizzato, mixato e masterizzato da Riccardo Samperi presso TRP Music. “In zone marginali sopravvive il sogno di un’umanità non corrotta, in attesa che le persone arrivino a reclamarla”.