Il suo curriculum, straordinario per l’età, con pochi intermezzi, molti spettacoli investiti dall’intelligenza del testo e l’equilibrio necessario dei fattori della resa in scena – spazio, movimento, gesti, logica generale e del dialogo, espressione della voce, bellezza severa dei testi -, fanno del regista e drammaturgo palermitano Alessandro Ienzi, fondatore e direttore di quel luogo di promozione internazionale attraverso le arti che è Raizes Teatro, uno dei pochi artisti del suo tempo ancora dedito alla ricerca per individuare il percorso del teatro non come punto di arrivo ma come punto di partenza per sollecitare stimoli e riflessioni.
Da tempo Ienzi ha avviato una elaborazione critica sul teatro ed è proprio per questo suo aspetto peculiare che è stato ammesso come ospite della residenza artistica Villa Empain, a Bruxelles, sede della Fondazione Boghossian, una struttura leader mondiale nei campi della produzione e distribuzione artistica.
L’artista palermitano svilupperà “Like a Criminal”, un progetto nato lo scorso anno e già in esposizione alla EVAC Gallery di New York, che è stato rappresentato durante la Malta Democracy Action Week. “Like a Criminal” tratta della criminalizzazione delle vittime, cittadini appartenenti alle fasce deboli della nostra società spesso costretti a fuggire o soggetti ad una triste emarginazione sociale.
Il mondo degli ultimi torna dunque a costituire oggetto del lavoro dell’artista palermitano che nei due mesi di residenza trasformerà in una installazione video, in una esibizione virtuale e in uno spettacolo teatrale testimonianze e storie di vita reale dalla Palestina, dal Libano, dall’Armenia, dall’Italia e dalla Siria. Alla Fondazione Boghossian interessa particolarmente la capacità di Ienzi di esaltare “un’ipotesi di teatro come missione, dunque come impegno totalizzante del talento ma anche come sguardo vigile sulla società”, la vita, l’uomo, lanciando la parola d’ordine del palcoscenico come specchio della realtà, come centro del mondo, come immagine non consolatoria della sua complessità.
“C’è uno straordinario movimento di vita, una grande energia che proviene dai paesi mediorientali, un insieme di storie coraggiose, di cambiamento, di curiosità e di costruzione – dice Ienzi – e così ho deciso di dargli spazio, di cucire un lavoro su misura, partendo dalle testimonianze delle persone, per creare un percorso intorno al Mediterraneo, una narrazione immersiva che ci conduce a esplorare la nostra radice umana”.
La Fondazione Boghossian, che lo ospita, promuove generosi progetti di filantropia in diversi Paesi quali il Libano e l’Armenia, nella convinzione che l’arte sia capace di modificare le prospettive e la realtà circostante rendendole migliori e con più opportunità per tutti.
“L’opera della Fondazione è straordinaria: accoglie artisti, apre le frontiere collega il centro Europa con i paesi terzi e confinanti, crea attraverso l’arte un percorso di conoscenza e di miglioramento degli standard di democrazia e diritto – aggiunge Alessandro Ienzi -. Con Raizes operiamo nello stesso solco: le collaborazioni con la European Youth Foundation del Consiglio d’Europa e con il Global Campus, sono finalizzate a migliorare la partecipazione democratica attraverso le arti. Allo stesso modo con Breaking Walls, NGO, con sede a Manhattan, svilupperemo dei programmi a Palermo e nella Grande Mela. L’inizio sarà da Bruxelles, e dalla narrazione di queste storie”.
Ienzi resterà in residenza a Villa Empain fino ad aprile. Dopo aver presentato l’esibizione a Bruxelles, tornerà a Palermo, dove a maggio sono in programma la performance live e l’esibizione video di “Like a Criminal”.