Non si sa mai che cosa può celarsi dietro un sentimento inconsueto. Neppure quanto una relazione fuori dall’ordinario possa stravolgere la vita di uomo fino a rivelargli il senso di tutta un’esistenza. Questi sono alcuni dei quesiti che filtrano dalla texture di “Kaleidos”, romanzo di esordio di Marcel Dorian. Un libro dal fascino immediato, sin dal titolo, che muove letteralmente da “bella forma” per giungere all’idea di bellezza in movimento, vita illuminata da un incanto: l’amore che dal mito più antico si insinua miracolosamente nella contemporaneità.
È il racconto di un incontro straordinario. Un professore di storia dell’arte, sposato con figli, intreccia una pericolosa relazione con una sua studentessa all’ultimo anno di liceo. Dapprima sguardi, poi parole, infine lunghe conversazioni virtuali che sfociano nel desiderio assoluto di un amore di grande respiro ma contestabile agli occhi delle regole sociali. Il tutto scandito da un senso etico profondo che accompagna il protagonista nel febbrile lavoro di stesura di un romanzo che possa catturare e immortalare il suo sentimento e l’idea della ragazza che ama e che etichetta con il sensuale e divino nome di Kaleidos.
Marcel Dorian è uno pseudonimo e come tale reca in sé il mistero di un’identità celata. Anche se alla sua prima prova letteraria, lo scrittore dimostra una maturità non comune nell’uso di una scrittura persuasiva e nella scelta di una trama lineare ma di grande spinta emotiva. È evidente il lavoro di cesello e una solida cultura mai ostentata ma quasi sempre bilanciata tra le righe prosaiche del quotidiano narrato.
L’autore crede nello spiritualismo come affermazione dello spirito sulla materia: la sua indagine interiore lo conduce alla ricerca delle origini dell’evoluzione umana, dunque al mito come materia da cui attingere in modo fatalistico per sopravvivere ai duri colpi della vita. In lui convivono forti spinte neoclassiciste per via di un certo rigore estetico e intensi richiami a teorie filosofiche di ascendenza novecentesca con particolare riferimento al modello einsteiniano della relatività.
La ricerca dell’unicità di certi legami e il connubio tra arte e vita trovano equilibrio nell’autenticità di una trama incentrata ai giorni nostri. L’amore tra l’insegnante e la sua allieva, un classico di genere romantico, dà modo al protagonista (sovrapposto allo stesso scrittore) di immergersi nelle pieghe profonde dell’esistere per rispondere ad atavici interrogativi. È lo stesso autore che, forte dei feedback dei suoi lettori, ama sottolineare: “Kaleidos racchiude un congegno capace di donare una nuova visione del mondo. Attraverso il racconto di una storia d’amore proibita si ha un ritorno alle origini, a una visione magica in cui si segue un ordine spirituale che è al di là del bene e del male. Una visione profondissima che fa di Kaleidos un libro quasi iniziatico”.
Di fatto il dato psicologico più importante è l’universalità: da cogliere sia come dato storico, in quanto il tempo risulta sempre un concetto relativo, sia come dato immanente, poiché l’uomo attraverso l’Amore può giungere alla Conoscenza.
In ultimo, la vicenda narrata, che vede Kaleidos al centro dei desideri di un uomo nel difficile cammino esistenziale, prevede il licenziamento dal lettore con uno straordinario colpo di scena che riuscirà a spostare il finale oltre il termine del racconto. D’altronde, come afferma Dorian: “Chiunque leggerà queste pagine, chiunque vivrà un’emozione così intensa, renderà reali queste parole, darà loro una possibilità di futuro sottraendole per sempre all’immutabilità della fine”.